Coronavirus

E Piazza Affari sprofonda ancora: -3,5%

Moody's taglia al ribasso le stime sulla crescita: Paese verso la recessione

E Piazza Affari sprofonda ancora: -3,5%

Ancora macerie, in uno sfaldamento dei mercati senza limiti, senza possibilità di correggere la rotta. L'allargarsi dell'epidemia, con i primi morti anche negli Usa, non ha dato scampo. Con Wall Street ridotta ormai a un paracadute afflosciato (-2% a un'ora dalla chiusura), sono cadute come birilli le Borse europee, crollate di un altro 3,6% costato 300 miliardi di capitalizzazione. Due settimane di fuggi-fuggi hanno bruciato 1.358 miliardi, più del Pil messicano, mentre Piazza Affari ha timbrato ieri il cartellino del ribasso sprofondando del 3,5% e accartocciandosi ai minimi da inizio agosto.

Si cerca, non trovandolo, l'antidoto contro il panico. Anche le buone notizie scivolano via come l'acqua sul marmo. Tipo questa: l'America ha creato in febbraio 263mila posti di lavoro, il tasso il disoccupazione è crollato ai minimi da 50 anni, ma quanto successo il mese scorso è una foto già vecchia, ingiallita dal coronavirus. Si modella un nuovo mondo, dove la crisi globale è ormai giudicata ineluttabile e quanto finora messo in campo da governi e banche centrali considerato un argine troppo esile per evitare il peggio. Così, posata la lente sull'Italia, Moody's accerta che siamo l'anello più debole della catena al punto da dimezzare ieri le stime di crescita 2020 da +0,5 a -0,5% e incorporando anche uno scenario peggiore in cui la flessione del Pil potrebbe arrivare allo 0,7%. In ogni caso, recessione. Già ci siamo, avverte l'agenzia di rating: «L'economia si è certamente contratta nel primo trimestre dopo il -0,3% segnato nel quarto trimestre 2019». Con ulteriori ricadute sulla finanza pubblica, già messa sotto stress da uno spread che ha ieri sfondato il muro dei 190 punti (chiusura poi a quota 181), anche per effetto del minimo storico (-0,75%) raggiunto dal Bund tedesco. L'avversione al rischio è il primo comandamento, ma trattasi di un fly to quality da disperati. Eppure, tant'è: se i bond Usa a 10 e 30 anni garantiscono un rendimento sotto l'1%, per il nostro Tesoro sarà un'impresa mantenere i tassi entro un range sopportabile nelle prossime aste. Salvo interventi massicci, al momento non previsti, da parte della Bce nella riunione di giovedì prossimo.

Il problema è che questa tempesta perfetta durerà. Azzardano, ma neanche tanto, gli analisti della banca Berenberg : «La situazione in Europa, Giappone e Stati Uniti peggiorerà fino ad aprile prima che inizi a migliorare leggermente ad un certo punto a maggio». Chi può reggere altri due mesi durante i quali i dati in negativo di un'economia reale azzoppata si andranno a incastonare con mercati che accumulano picchi negativi?

Qualcuno ieri rimandava a Darwin: sopravvive non il più forte o il più intelligente, ma chi si adatta al cambiamento. Un lezione che i Signori del petrolio non hanno imparato: l'Opec e gli 11 Paesi produttori esterni al Cartello, capeggiati dalla Russia, hanno ieri rotto sulla proposta di ridurre la produzione di 1,5 milioni di barili al giorno. Mosca si è impuntata perché contraria ad altri tagli, mettendo a repentaglio un'alleanza che durava dal 2016. Un pessimo momento per litigare: prezzi del Wti Usa in picchiata dell'8%, crollo del 7,5% per le quotazioni del Brent del Mare del Nord. Il tocco finale a una settimana sotto il segno del cigno nero.

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