E Salvini apre a Fi: ma ora rompa con Renzi

Nessun accordo invece con Alfano "ministro dell'Invasione che governa con il Pd"

E Salvini apre a Fi: ma ora rompa con Renzi

Cuneo - Per essere la sua prima volta, ci va giù duro, Matteo Salvini, il segretario della Lega Nord che ieri ha debuttato alla Festa dei Popoli Padani che si è svolta ai piedi del Monviso, nel comune di Crissolo, in provincia di Cuneo. Governo e possibili alleati del futuro, sono stati presi di mira in maniera bipartisan, a cominciare dal ministro Angelino Alfano, leader del Nuovo centrodestra: «Al tavolo con Alfano, ministro all'Invasione, non mi siedo. Chi sta al governo con Renzi non fa accordi con la Lega, il centrodestra in questo momento non esiste - ha scandito Salvini dal palco - Siamo in montagna, c'è l'aria pulita, siamo da soli, siamo tornati a correre. L'ultima delle mie preoccupazioni è rincorrere Alfano, la coerenza non è in vendita - ha precisato il segretario del Carroccio - Non posso fare accordi con il ministro più disastroso della storia repubblicana».

Parole che sono come miele per lo zoccolo duro della base, il cui polso politico, da sempre, si misura proprio qui, oltre i duemila metri del Pian della Regina. È da qui che il Carroccio lancia le sue provocazioni per poi captarne in tempo reale le reazioni. E infatti il segretario della Lega, mette le mani avanti e prima che qualcuno gli ricordi che il governatore della Lombardia, Roberto Maroni ha già incontrato il ministro dell'Interno, ribadisce: «Noi siamo persone educate, ascoltiamo tutti ma l'accordo politico è un'altra cosa».

E anche con Silvio Berlusconi non è tenero, ma nelle parole di Salvini si intravede forse più un moto di gelosia, un suggerimento sulla linea da tenere che indurrebbe il Carroccio a dire «Sì» a future alleanze. Un messaggio che dal Monviso arriva forte e chiaro al leader di Forza Italia: «Berlusconi non può pensare di amoreggiare con Renzi dal lunedì al sabato e poi telefonare alla Lega la domenica». Gli applausi più calorosi scattano quando «il debuttante» della Festa dei Popoli Padani, ironizza sul presidente del Consiglio: «Se Renzi metterà una mezza tassa in più, andremo a Roma con i bastoni - ha risposto il segretario a chi chiedeva dove trovare i soldi per la legge di Stabilità - Chiedetelo a quel genio di Renzi - ha aggiunto - Noi qualche proposta gliela abbiamo fatta. C'è qualche realtà europea che dei vincoli di Bruxelles se ne fregherà: il 3 per cento, il patto di Stabilità, qualcuno se ne disinteressa e i soldi li trova, facendo ripartire l'economia. Renzi abbaia ma non morde, dice che rispetterà i vincoli europei e non so veramente dove troverà i soldi».

Salvini ha toccato anche un tema molto sentito dal popolo della montagna, che ogni giorno lotta con le distanze da colmare su territori molto ampi, con sempre meno servizi e sempre più trascurato dal governo: «Anche i tagli sono tasse - ha sottolineato Salvini, mettendo il dito nella piaga - se chiudi un ospedale è una tassa per il cittadino, che deve fare 50 chilometri per potersi curare, se chiudi una scuola è una tassa occulta. Noi la proposta l'abbiamo fatta: l'aliquota fiscale del 20 per cento che funziona in quaranta Paesi del mondo».

Ha chiuso l'incontro Umberto Bossi, ed è da lui che arrivano le parole che confermano gli incontri e le

possibili convergenze di questi ultimi giorni tra Lega e Ndc: «Alfano sostiene l'invasione, l'immigrazione - da detto - È difficile ma bisognerebbe parlare, trattare. Nulla è impossibile, bisogna vedere cosa si vuole fare».

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