E a scuola scoppia il caso della tortorella ferita «uccisa» dal prof

Gianpaolo Iacobini

La tortorella ferita cade nel cortile di scuola durante la ricreazione, il prof la uccide davanti agli studenti per risparmiarle ulteriori sofferenze. Riapre addirittura lo scontro tra favorevoli e contrari all'eutanasia il caso del volatile ammazzato qualche giorno fa da un insegnante dell'istituto comprensivo di Palazzolo, un paese di 3.000 anime della Bassa friulana. La piccola tortora, sanguinante, era precipitata tra i ragazzi durante la pausa: gli alunni, nel tentativo di salvarla, avevano chiesto aiuto al docente di scienze che però, stando al tam tam poi catturato dalle cronache locali, avrebbe schiacciato sotto i piedi il malcapitato uccello, decretandone la morte. Perché? Il dirigente scolastico, sollecitato dai genitori imbufaliti, ha promesso accertamenti, riservandosi di sporgere denuncia per maltrattamento di animali. Le associazioni animaliste non hanno perso tempo: la Lav ha richiesto chiarimenti, mentre la sezione udinese dell'Oipa ha lanciato una petizione online, che a ieri aveva già raccolto 2.300 firme, per invitare il ministero della pubblica istruzione a «fare luce sull'accaduto e prendere provvedimenti esemplari nei confronti di chi ha ucciso una creatura innocente: gli studenti hanno raccontato con orrore del rumore delle ossa che si rompevano». Di opinione diametralmente opposta, invece, Paolo Viezzi, corrosivo segretario regionale di Federcaccia: «Io sto con quel professore. Se vi saranno le condizioni, gli daremo sostegno legale. L'uccello era ferito.

Non c'era alternativa. È stata applicata l'eutanasia. Ma è più facile fare adepti per Eluana Englaro che per un uccello, quando si parla di fine vita».

Parole forti, dibattito incendiato: la tortorella di Palazzolo divide l'Italia.

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