«Il nuovo management di Tim riuscirà a costruire un rapporto migliore con il governo e troverà anche le soluzioni giuste per preservare il valore dell'azienda». Lo spiega il presidente (ma anche ad) di Telecom, visto che è fornito di quasi tutte le deleghe, Arnaud de Puyfontaine nella conference call con gli analisti. Il plenipotenziario di Vincent Bollorè, patron di Vivendi, principale azionista di Tim con il 23,9%, appena annunciata l'uscita di Flavio Cattaneo tenta di smussare gli angoli con il governo italiano sulla vicenda della banda ultralarga, per poi procedere con la strategia che più sta a cuore ai francesi. Ossia creare una società capace di produrre contenuti pay tv per il mercato europeo.
Era il progetto portato avanti con Mediaset quando fu firmato il contratto per la cessione della pay tv Premium. Poi i transalpini fecero retromarcia. Non volevano più la pay tv ma bensì tutta Mediaset di cui detengono una quota pari al 28,8%. Mossa azzardata visto che la famiglia Berlusconi, che controlla Mediaset tramite Fininvest, ha fatto quadrato ricomperando azioni della società e promuovendo un'azione legale che potrebbe costare ai francesi fino a 1,8 miliardi.
E dunque per perseguire la strategia di creare una pay tv europea per controbattere lo strapotere di Netflix l'idea sarebbe quella di creare una joint venture, a maggioranza italiana (80%), tra Vivendi (Canal +) e Tim. Il progetto dovrà tuttavia passare al vaglio del comitato controllo e rischi di Telecom con la procedura rafforzata delle parti correlate. Il manager francese, che è anche ad di Vivendi, ha anche negato che ci siano piani per la cessione di Tim Brasil e per ricucire i rapporti con Mediaset. Una rassicurazione d'obbligo che non ha certo spento le speculazioni che vedrebbero anche la cessione della rete. Se così fosse, di Telecom, ex-monopolista delle tlc in Italia, non resterebbe nulla. Ma visti i precedenti, vedi l'ultima recente vicenda dei cantieri navali Stx, dai francesi ci si può aspettare di tutto.
Su Telecom sono comunque accesi i riflettori di Consob anche se toccherà all'autorità di Borsa francese decidere se la società andrà consolidata nei conti di Vivendi con onori, utili e fatturato ma anche oneri, visto il debito monstre da 25 miliardi.
Ieri è arrivata anche l'attesa nomina del manager israeliano Amos Genish, come nuovo direttore operativo di Telecom. Grande esperto di reti a banda ultralarga, in Brasile ha fondato Gvt, è stato anche ad di Vivo, il primo operatore mobile brasiliano fiero competitor di Tim Brasil. Ed è per il patto di non concorrenza, firmato con Vivo (Telefonica) che il manager non può sedere nel cda Telecom. Per i francesi probabilmente è meglio così visto che le leve del potere della società italiana ora sono nelle loro mani. De Puyfontiane promette di far chiarezza sulla governance entro un mese.
Tra i papabili per il posto di ad c'è anche il vicepresidente Giuseppe Recchi che ora ha le deleghe su Sparkle e sicurezza. Il titolo in Borsa è sceso dell'1,39% e Blackrock ha dichiarato di avere in portafoglio il 5% della società.
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