Per lunghi e lugubri decenni, terminati il giorno di Natale del 1989 con la fucilazione del conducator Nicolae Ceausescu, la Romania era vissuta in un regime paradossale: una monarchia comunista. C'era un sovrano (Ceausescu appunto), una regina (l'odiatissima moglie di lui Elena, famosa per la spocchia pseudointellettuale e per lo sterminato guardaroba di lusso), un principe ereditario (il corrotto figlio della «coppia reale» Nicu) e perfino una reggia, il colossale palazzo fatto erigere nel cuore di Bucarest a costi altrettanto colossali sulle macerie della città vecchia spianata per l'occasione.
Quarantadue anni di regime comunista avevano fatto quasi dimenticare che la Romania aveva avuto i suoi veri re, l'ultimo dei quali - Michele I della dinastia Hohenzollern-Sigmaringen - era salito al trono bambino seienne nel lontano 1927 e aveva dovuto lasciare il Paese per l'esilio nel dicembre del 1947, quando di anni ne aveva 26. Migliaia di nostalgici in lacrime avevano acclamato il suo ritorno in patria quando la Romania tornata democratica gli aveva riaperto le porte (e in seguito restituito la gran parte delle sue proprietà nel Paese: terre, palazzi e castelli).
Lo scorso 5 dicembre Michele (Mihai per i romeni) è morto in Svizzera alla patriarcale età di 96 anni. I suoi solenni funerali di Stato che si sono tenuti nella piazza della Rivoluzione (non quella comunista, ma quella che cacciò Ceausescu) a Bucarest e poi nella cattedrale dei santi Costantino ed Elena hanno dato la misura della considerazione in cui Michele era tenuto nel suo Paese: dopo tre giorni di lutto nazionale la salma è stata esposta per due giorni nella sala del trono del Palazzo reale. Centinaia di migliaia di persone sono venute a rendere omaggio.
Va ricordato che la Repubblica di Romania riconosceva all'ex re un ruolo di rappresentanza ufficiale: insomma, dopo la monarchia comunista, esisteva fino a due settimane fa una repubblica con incorporati elementi di monarchia.
I funerali veri e propri di Michele I che si sono tenuti ieri hanno costituito l'occasione per una mesta «rimpatriata» tra numerose teste coronate d'Europa. Ad assistere alla cerimonia d'addio erano presenti tra gli altri il principe Carlo, eterno erede al trono d'Inghilterra, il re Carlo di Svezia con la regina Silvia e l'ex re di Spagna Juan Carlos di Borbone con la moglie Sofia, che hanno visto sfilare il feretro avvolto nella bandiera tricolore nazionale rossa, gialla e blu su un affusto di cannone.
Un anno prima di morire, Michele aveva abdicato in favore della figlia Margareta, virtuale
regina di Romania. Il vecchissimo re aveva in precedenza revocato per «condotta immorale» la nomina al nipote Nicolae, il quale l'aveva presa talmente male da farsi arrestare per irruzione nella dimora svizzera del nonno.
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