New York Tra i Golden Globes e gli Oscar, nella stagione dei premi americani arrivano anche i Fake News Award, il riconoscimento per i media più bugiardi del 2017 inaugurato dal presidente statunitense Donald Trump. In totale sono undici le storie false denunciate dal tycoon: i risultati, pubblicati sul sito del partito repubblicano, assegnano la palma del più scorretto al New York Times, ma ci sono anche Washington Post, Newsweek, Time, Abc e Cnn. «Il 2017 è stato un anno di notizie ingiuste e false - si legge - studi che hanno dimostrato che oltre il 90% della copertura mediatica sul lavoro del presidente è stata negativa».
Ad annunciare i premi è stato lo stesso Trump su Twitter: «E i vincitori sono...», ha scritto, allegando il link al sito del Grand Old Party, inizialmente andato in tilt per le troppe richieste di accesso contemporanee. Secondo il Commander in Chief «ci sono però anche molti grandi reporter che rispetto, e tante buone notizie per cui gli americani devono sentirsi orgogliosi». Tra i due pezzi del New York Times citati nella lista, il primo è un articolo del premio Nobel per l'Economia Paul Krugman, il quale il giorno dopo la vittoria di Trump aveva previsto che l'economia «non si sarebbe mai ripresa». Al secondo posto c'è Abc con il pezzo del giornalista Brian Ross sull'ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn. Ross aveva dato la notizia che il presidente aveva chiesto a Flynn di contattare i russi dopo le elezioni, in realtà in quel momento era presidente eletto ma non ancora insediato alla Casa Bianca. E il giornalista è stato sospeso dalla rete per il «grave errore». Poi c'è la Cnn per le notizie «false» su Wikileaks. Premiato anche il Time per aver scritto che Trump aveva rimosso il busto di Martin Luther King dallo Studio Ovale. Infine, all'undicesimo posto, è citata «la più grande bufala ai danni degli americani», la presunta collusione con la Russia. Mentre la Casa Bianca starebbe dando istruzioni ad alcuni testimoni dell'indagine del Congresso affinché limitino le loro testimonianze e non discutano eventi successivi alle elezioni, dopo l'accordo tra l'ex stratega Steve Bannon e lo staff del procuratore speciale Robert Mueller su una sua cooperazione alle indagini. Intanto il New York Times, in concomitanza con i Fake News Award, ieri ha sostituito la pagina degli editoriali per dare spazio ad alcune lettere di sostenitori di Trump, ammettendo di essere stato «fortemente critico» sulla sua presidenza. «Nello spirito del dibattito aperto abbiamo voluto che i sostenitori di Trump si esprimessero in coincidenza con il suo primo anno alla Casa Bianca», ha spiegato il «NYT».
«Sono entusiasta dei progressi che ha compiuto per sconfiggere l'Isis, e il taglio delle tasse per la classe media», ha scritto Emily Robertson di Austin, in Texas. Mentre Jason Peck di Holtsville, New York, ha detto: «Se è necessario sopportare i modi spavaldi di Trump per vedere cose fatte, è un accordo che sono disposto ad accettare».
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