Politica

Chi è il giudice che manda Salvini a processo

Molto attivo in diversi procedimenti a Palermo, in passato aveva criticato le scelte dei legislatori sul fronte della lotta al terrorismo

Ecco chi è il giudice che ha mandato Salvini a processo

Il dado è tratto: Matteo Salvini dovrà affrontare un processo con l'accusa di sequestro di persona per aver tenuto per alcuni giorni 147 migranti a bordo della Open Arms prima di autorizzarne lo sbarco. La vicenda giudiziaria durava da parecchi mesi, ma oggi con la decisione del Gup si è arrivati ad un punto di svolta che avrà anche conseguenze sia sul piano politico che sul piano della gestione dell'emergenza immigrazione. Infatti gli avversari "rossi" del leader della Lega sperano nel capitombolo alla sbarra per sbarazzarsi del leader del Carroccio e i leader delle Ong, Casarini in testa, sognano già di dare il via a nuovi sbarchi senza freni sulle nostre coste. La decisione presa oggi dal giudice Lorenzo Jannelli ha dato fiato nuovamente al fronte buonista. Il giudice ha spiegato così le motivazioni del suo rinvio a giudizio: "Non ci sono gli elementi per il non luogo a procedere di Matteo Salvini". L'udienza preliminare non deve valutare se sussiste o meno la responsabilità penale dell'imputato, ma se ci sono elementi sufficienti a sostenere l'accusa in giudizio e non ci sono elementi per decidere un proscioglimento, sempre secondo la toga.

Il magistrato, molto attivo a Palermo in diversi procedimenti, non è nuovo alle cronache e all'attualità. Infatti circa 4 anni fa si ritrovò sul banco degli imputati Khadiga Shabbi, 47enne libica, ricercatrice dell'università di Palermo per propaganda sul web pro Isis e Ansar al Sharia. In quel caso il pm aveva chiesto quattro anni e mezzo. Ma come ha ricordato sul ilGiornale, Luca Fazzo, il giudice Jannelli decise per una condanna ben più leggera: un anno e otto mesi con la condizionale e la scarcerazione dell'imputata. Ma in quella occasione, proprio Jannelli giustificò la sua decisione mettendo nel mirino le scelte del legislatore in materia di lotta al terrorismo: "È solitamente incline ad assecondare gli umori e le paure più diffuse tra la popolazione con il ricorso allo strumento penale "sotto l'avanzare del terrorismo, sull'onda della paura, oggi "ben lontani da un sistema organico, registriamo una serie di interventi alluvionali". Eppure gli interventi sul fronte terrorismo, dalle Torri Gemelle in poi, come ricordava il Giornale, erano stati soltanto quattro in 16 anni. Ma a quanto pare per Jannelli si trattava di un eccessivo intervento a colpi di norme per far fronte ad una emergenza.

Lo stesso Jannelli, sempre sul caso della Shabbi, aveva affermato: "Gli attacchi terroristici condotti su scala globale hanno inflitto profonde ferite non solo in termini di vite umane ma anche in termini di dirette conseguenze sugli ordinamenti giuridici dei paesi coinvolti, talvolta degenerate in inquietanti derive autoritarie". Chissà, magari anche in tema di immigrazione avrà ritenuto eccessivi i due decreti Sicurezza varati da Salvini per interrompere l'ondata di sbarchi sulle nostre coste. Bisognerà attendere settembre per capire quale sarà il percorso processuale a cui sarà sottoposto Salvini.

Ma una cosa è certa: il verdetto di oggi potrebbe dare il via ad una nuova (pericolosa) ondata di arrivi (grazie alle Ong) proprio mentre il nostro Paese è impegnato nella battaglia più dura: quella contro il Covid.

Commenti