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Ecco il Dl "semplificazioni": Alitalia salvata con le bollette

La norma contenuta nel decreto approvato ieri

Ecco il Dl "semplificazioni": Alitalia salvata con le bollette

Roma. Se Alitalia potrà continuare a volare, dovrà anche ringraziare i clienti delle aziende elettriche che tramite le bollette finanzieranno indirettamente l'ex compagnia di bandiera. L'articolo 2 del decreto Semplificazioni esaminato ieri dal Consiglio dei ministri, infatti, prevede che la restituzione del prestito ponte da 900 milioni per il vettore in amministrazione straordinaria sia garantita da un versamento presso il conto di tesoreria centrale da parte della Cassa servizi energetici e ambientali (Csea). Anche se l'ente è poco noto, la sua attività lo è di meno: si occupa infatti di raccogliere dalle utility la quota delle tariffe destinata agli oneri di sistema e ai cosiddetti «energivori».

In pratica, è una sorta di banca che garantisce sia la perequazione tra i costi di approvvigionamento dell'energia attesi e quelli effettivi (che molto spesso si rivelano più elevati tanto per problemi di produzione quanto per quelli di trasmissione) che gli aiuti alle 2.800 imprese che consumano molta energia (gli «energivori»). Gestendo una gran massa di denaro, la Csea è un pozzo di San Patrizio per la politica industriale tant'è che il governo Renzi l'aveva utilizzata già come garante per 400 milioni del prestito ponte a Ilva.

Il resto del decreto Semplificazioni, analogamente, cerca di barcamenarsi tra qualche promessa elettorale e il recupero del rapporto con i settori produttivi. Ad esempio, sopprime definitivamente il Sistri, il sistema per la tracciabilità dei rifiuti industriali che non è mai decollato veramente. Soddisfazione è stata espressa da Confindustria, Confcommercio, Cna, Confagricoltura e Casartigiani per lo «smontaggio» di un meccanismo le cui continue modifiche avevano reso impossibile il rispetto delle norme. Conftrasporto, invece, si lamenta per il costo della disattivazione delle «scatole nere» montate sui camion che portano i rifiuti in discarica in quanto non ci sono agevolazioni.

È saltata, come previsto, la modifica del Codice degli Appalti come l'aumento della soglia per le procedure semplificate da un milione a 2,5 milioni di euro, una norma che avrebbe sicuramente sbloccato parecchi cantieri. Abrogata, invece, la disposizione che prevedeva l'entrata in vigore dal primo gennaio 2019 del Libro unico del lavoro telematico (Lulav) perché l'amministrazione non è ancora pronta alla gestione dei dati. Creato, inoltre, un Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese con una dotazione di 50 milioni di euro. Sarà destinato alle aziende che non sono in regola con i pagamenti alle banche perché creditrici nei confronti di una pubblica amministrazione che non paga. Si tratta, in pratica, della legge Bramini, più volte annunciata da Lega e M5S e «dedicata» al piccolo imprenditore brianzolo ridotto sul lastrico a causa dell'impossibilità di far fronte ai debiti a causa dello stato cattivo pagatore. Il decreto, infatti, modifica la procedura dell'esecuzione forzata per i creditori della Pa prevedendo la possibilità di evitare la perdita del bene quando il debitore è creditore della Pa.

Acceleratore pigiato sull'assunzione dei dirigenti scolastici (i presidi): si prevede che i candidati ammessi al corso conclusivo del corso-concorso del 2017 siano dichiarati tutti vincitori e assunti per consentirne l'immissione a ruolo già a partire da settembre 2019. Sbloccati anche i fondi per il trattamento accessorio dei dipendenti pubblici. Infine gli specializzandi che sostituiscono i medici di base durante le assenze potranno avere pazienti propri fino a dicembre 2021 per sopperire alle carenze di organico. Insomma, un contentino per tutti.

GDeF

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