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"Ecco i tre errori che non deve fare la Meloni per il ministero dell'Economia"

Alla convention dei conservatori italiani ed europei il dibattito sull'economia: "Usare tutte le risorse a disposizione per sostenere famiglie e imprese oppure sarà rivolta sociale"

"Ecco i tre errori che non deve fare la Meloni per il ministero dell'Economia"

"Sulla nomina del prossimo ministro dell’Economia ci sono tre rischi: affidarsi troppo ad antichi demiurghi poco liberali, cedere alla continuità con il governo precedente subendo una sorta di pilota automatico, scegliere i colleghi di militanza antica con fiducia troppo forte nel ruolo dello Stato. Per uscire dall’impasse la Meloni dovrebbe domandarsi sempre più spesso cosa avrebbe fatto la Thatcher al posto suo". È ironico, ma neanche troppo, Daniele Capezzone, giornalista, scrittore e opinionista televisivo, tra gli ospiti del convegno Italian Conservatorism, "l’internazionale" dei conservatori come l’ha ribattezzata qualcuno, organizzata a Roma da venerdì a domenica da Nazione Futura e Fondazione Tatarella.

Nel dibattito moderato dal caporedattore del Giornale.it, Andrea Indini, sulle ricette economiche per cambiare l’Italia la discussione è virata inevitabilmente sul nome di chi occuperà la casella di via XX Settembre. "Speriamo di non vedere comunisti, anche di destra", è la sintesi di Capezzone, mentre per il direttore di Rainews24 Paolo Petrecca, non sarà importante il nome ma le capacità: "Ci vuole una figura che sappia dove mettere le mani, che sappia fare lavoro di squadra, risvegliare l’imprenditoria giovanile e il Made in Italy". "Per la prima volta dopo 11 anni c’è l’occasione di formare un governo politico", osserva Indini.

Ma il nuovo inquilino di Palazzo Chigi si troverà ad affrontare una tempesta perfetta. "La guerra, la crisi energetica e quella economica arrivano dopo tre anni di chiusure per l’emergenza sanitaria, che vanno a sommarsi alla crisi del 2008 che non avevamo ancora recuperato", spiega il caporedattore del Giornale online. Ma nella campagna elettorale, fa notare il direttore di Rainews, la "chiarezza sui temi economici" ha lasciato il posto ai toni molto spesso sopra le righe di uno scontro politico polarizzato al massimo. "Si è parlato poco di partite Iva e de-fiscalizzazione, e ora queste risposte dovrà darle il governo che a breve sarà chiamato alla prova dei fatti, sperando che prevalga la responsabilità".

La partita, secondo Capezzone, si gioca nelle prossime 4 o 5 settimane, quando "un pezzo del sistema produttivo italiano rischia di saltare". "Riduzione della produzione, vuol dire cassa integrazione, minore capacità di consumo e quindi recessione", mette in guardia. Il rischio per le piccole attività che già si sono indebitate in tempo di pandemia, sarà quello di dover ricorrere agli usurai. La proposta del giornalista è quella di mettere in campo tutte le risorse disponibili per supportare famiglie e imprese: "Bisogna sapere quante sono le risorse disponibili nel bilancio, quali sono i fondi europei del vecchio e del nuovo settennato a disposizione, e anche le risorse nel Pnrr che possono essere usate per sostenere il sistema produttivo italiano, altrimenti troveremo solo macerie".

Ma accanto alle misure di emergenza serve dare una direzione ben precisa: "Alzare la soglia della flat tax delle partite Iva e far vedere che il governo proseguirà in quella direzione toccando in positivo tutti i segmenti della società, uno dopo l’altro". Il tema demografico è cruciale, sottolinea Federico Iadicicco, presidente dell’Anpit - Associazione Nazionale Per l'Industria e il Terziario: "Non potremmo pagare le pensioni, un italiano con reddito medio andrà in pensione con 800 euro al mese, non possiamo sostenere welfare, sanità". Anche per lui "bisognerà guardare al bilancio, ai fondi europei non utilizzati" e "non bisogna pensare che lo scostamento di bilancio sia una parolaccia".

Per il presidente dell’Ugl, Francesco Capone, il Reddito di Cittadinanza "non ha svolto completamente la sua funzione". "Bisognava mettere a disposizione di imprese consulenti del lavoro lista dei percettori del reddito", è la proposta. "Conte sventola la bandiera della rivolta, - aggiunge - ma rivolta sociale la avremo a prescindere se non si riescono a mettere in campo interventi a sostegno di famiglie e imprese".

Il sindacalista fa appello al nuovo governo e alla capacità di visione: "Nei primi cento giorni devono essere messi in campo interventi per consentire alle imprese di produrre e ai cittadini di accompagnarle con la capacità di consumo".

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