Economia

Ecco (l'ex) Belpaese che balla sul Titanic

Ecco (l'ex) Belpaese che balla sul Titanic

La nostra nazione ora sta ballando sul Titanic. La danza è aperta dal maggior partito di governo, i 5 stelle giustizialisti, dirigisti, avidi di nazionalizzazioni e di redistribuzioni, ma c'è anche la Lega regionalista, che difende per primi gli italiani in contrasto coi 5 Stelle pauperisti. La Lega privilegia le forze produttive delle imprese e delle persone, è scettica sullo statalismo, insofferente dei lacci dirigisti, vuole meno tasse, poca redistribuzione, molti investimenti per infrastrutture ed opere pubbliche. I 5 Stelle vogliono più spese correnti e, per gli investimenti, hanno come priorità l'esborso statale per comprare autostrade, Alitalia, ecc., mentre avversano la TAV, il gasdotto TAP, il terzo Valico, le grandi opere, come la Gronda per Genova. L'equilibrio del bilancio pubblico è a rischio. Non abbiamo un solo governo, ma quattro. Due governi li hanno i due vice premier che vogliono cose opposte, che vegliano sul terzo governo, quello del premier che media pendendo alla sinistra, da cui proviene. Il quarto governo lo gestisce il ministro dell'economia Tria che ha una linea ortodossa e dovendo sforare i parametri europei troppo rigidi è propenso a farlo solo per gli investimenti nell'economia reale, per cui la flessibilità si giustifica, purché il deficit sia modesto e consenta il calo del debito mostruoso che l'Italia ha accumulato.

La musica dissonante del Titanic ha fatto muovere lo spread sui nostri Btp oltre i margini di sicurezza, a 273 punti, facendo aumentare i costi del finanziamento del debito, così da erodere la parte del bilancio disponibile per le altre spese e per riduzioni di tasse. Lo spread anomalo dipende dal fatto che l'investimento estero teme che il bilancio sia in deficit eccessivo e perciò vende più titoli pubblici italiani di quanti ne comperi. Ciò fa aumentare il costo dei nuovi prestiti e - peggiorando il bilancio - accresce i timori degli investitori esteri e, presumibilmente, di quelli italiani.

Moody's però non emette giudizi al ribasso sul nostro debito già in passato declassato dalla A alla B. Attende di vedere il progetto di bilancio. Il ballo sul Titanic è diventato più rischioso da quando è crollato il ponte Morandi ed è stata avviata la procedura di revoca della concessione ad Atlantia, controllata dai Benetton, che controlla Autostrade per l'Italia, che gestisce l'autostrada A10, di cui fa parte il Morandi. Moody's ha messo sotto osservazione i titoli azionari e obbligazionari di Atlantia, per un eventuale degrado del rating. Altre agenzie hanno iniziato a rivedere il suo rating al ribasso. Atlantia continua a calare in Borsa. Senza Autostrade per l'Italia, essa è debole. Su 6 miliardi di ricavi del suo bilancio consolidato, 4 derivano da pedaggi e su questo totale la quota di Autostrade per l'Italia, è prevalente. I Benetton controllano Atantia, col 30,5% delle azioni. Il Fondo Sovrano di Singapore ne ha lo 8%, il fondo Usa Black Rock, la banca inglese HSBC e la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, ne hanno il 5% ciascuno. Il restante 46% è del pubblico degli azionisti: il 23% di essi sono degli Usa, il 20% inglesi, il 9% australiani, il 5% francesi, il 15% europei non italiani, il 19% italiani. Insomma la maggioranza degli azionisti di Atlantia diversi dai Benetton è costituita da soggetti esteri che investono anche nel nostro debito pubblico.

Se si aggiunge a ciò la vertenza del ministro delle Attività produttive e del lavoro, vice premier Di Maio per l'Ilva di Taranto con Arcelor Mittal franco-indiana, il rischio del ballo sul Titanic aumenta, perché aumenta l'inviluppo degli investitori esteri d'Europa, America, Asia, Oceania che formano l'iceberg che può cozzare contro il nostro Titanic.

Commenti