Roma - Il patto di Arcore tra Berlusconi e Salvini era quasi scontato. Sono i numeri ad imporlo: la Lega vola ma non vince sola; Forza Italia è calata ma non è affatto morta. Così i due leader trovano la quadra sulla volontà di gettare le basi per un'alleanza futura. Martedì notte, testimoni Giancarlo Giorgetti (il Gianni Letta padano) e Licia Ronzulli (l'ex eurodeputata azzurra) i due si sono stretti la mano: «Cammineremo insieme». Prematuro sciogliere i nodi della leadership del centrodestra, delle liste, dell'eventuale simbolo comune (anche se gira voce che il Cavaliere abbia già depositato un logo che potrebbe andare bene per il «contenitore» dei moderati: Lega Italia). Berlusconi, tuttavia, ragiona su chi potrebbe essere il Papa azzurro; il suo successore. E se fosse una Papessa? S'impennano le quote dell'ex ministro alle Pari opportunità Mara Carfagna, data in ascesa nei disegni berlusconiani. Non è dato sapere quale ruolo possa avere la deputata forzista anche perché «i leader li scelgono gli elettori» ma di certo il Cavaliere, per lei, pensa a un posto di primo piano. Stimata anche dagli avversari politici, moderata nei toni, preparata, caparbia, con l'atout di essere donna. Premier o vicepremier in tandem con un leghista? Presto per dirlo ma di sicuro Fi e Carroccio andranno a braccetto.
Un'intesa siglata ad Arcore che verrà perfezionata passo dopo passo. La premessa: le ultime elezioni amministrative non sono andate male e hanno detto che se il centrodestra è unito la sinistra perde. È il tasto su cui più ha pigiato il Cavaliere durante il faccia a faccia con Salvini. «Siamo sempre stati insieme; insieme possiamo vincere», ha ripetuto l'ex premier. «Dobbiamo fare come a Venezia; come in Liguria e in Veneto». E Salvini annuiva. Prima tappa: le prossime elezioni amministrative della primavera del 2016 quando si voterà a Torino, Milano, Bologna, Napoli, Cagliari e molto probabilmente anche a Roma visti i grattacapi del sindaco Marino. Niente nomi su Milano anche se «va seguito il modello Venezia: e il candidato potrebbe anche non essere un politico».
Poi, dopo il fidanzamento nei Comuni, toccherà ragionare sul matrimonio per le politiche. I tempi sono lunghi ma meglio gettare le basi adesso. E anche in questo caso i due si sono trovati d'accordo su molti punti. Primo: la critica a Renzi. Quasi un coro: «Il governo non va. Renzi è un bluff: non abbassa le tasse, le aumenta; non taglia la spesa, la dilata». Unanime la ricetta: la flat tax che potrebbe far ripartire l'economia. Una proposta su cui ieri hanno ragionato Renato Brunetta e Armando Siri, guru economico di Salvini. Salvini è stato duro: «Renzi è un incapace»; ma ha voluto pure sapere le intenzioni del Cavaliere. E quest'ultimo a rassicurarlo: «Il patto del Nazareno è morto e non verrà resuscitato». Con buona pace di Verdini & C. La sintonia tra i due s'è registrata anche sull'immigrazione, sulla sicurezza e sulla politica estera. Berlusconi: «Gli Stati Uniti stanno vanificando tutti i risultati che io ho ottenuto nel 2001 quando, con lo spirito di Pratica di mare, ho contribuito a superare la Guerra fredda». E l'altro: «E poi è assurda la politica della Ue nei confronti di Mosca». Musica per le orecchie di Berlusconi che considera le sanzioni alla Russia «inutili oltre che dannose per le nostre aziende».
E lo ribadirà anche all'amico Putin visto che oggi il Cavaliere partirà alla volta di Mosca per qualche giorno di vacanza. Insomma, tra Salvini e Berlusconi ci si capisce a meraviglia anche se il Cavaliere, di fronte all'euroscetticismo radicale di Salvini, avverte: «Però noi siamo convintamente nel Ppe. E da lì non ci muoviamo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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