Ecco perché CasaPound non è il "male assoluto"

Spesso accusati di esser razzisti, ma sempre al fianco dei popoli oppressi, come, per esempio, quello Karen in Birmania

Ecco perché CasaPound non è il "male assoluto"

Dopo i fatti di Casale San Nicola è iniziata una campagna mediatica contro i militanti di CasaPound. Le bordate della sinistra hanno colpito il presunto razzismo del movimento. Sul Fatto di oggi, per esempio, è stata presentata un'intervista di una mamma costretta a nascondere la propria di colore per paura dei militanti di destra.

Eppure CasaPound rappresenta proprio il tentativo di andare oltre la tradizione razzista del neofascismo italiana. Si prenda per esempio il movimento "Sovranità" in cui milita anche il senegalese Paolo Diop. Chi parla di razzismo di CasaPound non sa che tra gli incontri storici del movimento c'è quello con la comunità cinese romana del 2011 o le iniziative svolte in favore del popolo Karen in Birmania.

CasaPound è riuscita a comprendere che, per incidere nella vita politica, è necessario mettere da parte quelli che sono gli ideali più anacronistici e obsoleti dell'ideologia

di destra, primo fra tutti il razzismo. E guardare al futuro, creando innanzitutto alleanze istituzionali. Per poter un giorno governare e finalmente dimostrare che la destra, quella vera, è sia di piazza che di governo.

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