"La posizione europeista e atlantista dell’Italia non è mai stata messa in discussione". Sebbene lo metta subito in chiaro il grillino Carlo Sibilia, oggi sottosegretario all'Interno, non disconosce certe alleanze strette quando a Palazzo Chigi sedeva Giuseppe Conte. Certo, adesso prende le distanze da personaggi come Vito Petrocelli, che nei giorni scorsi si è rifiutato di votare la risoluzione del governo contro la Russia e che molti vorrebbero allontanare dalla presidenza della commissione Esteri del Senato, ma non accetta le critiche sull'eccessiva contiguità che il M5s in passato aveva avuto con la Russia di Vladimir Putin e la Cina di Xi Jinping. "Oggi - dice - dobbiamo restare uniti e lasciare alle spalle sterili polemiche che al cospetto di un conflitto internazionale sono beghe di quartiere". Un conflitto che sta portando in Europa milioni di rifugiati ucraini. "Il grande cuore degli italiani sta facendo molto: in tantissimi da ogni angolo del Paese si stanno già rivolgendo ai prefetti per offrire riparo a singoli, minori o interi nuclei familiari in eventuali seconde case o nelle proprie abitazioni."
Sottosegretario Sibilia, qual è il quadro attuale?
"Quello a cui stiamo assistendo è il più massiccio movimento migratorio dal Dopoguerra. Ad oggi sono 17.286 gli ingressi e si incrementano di tremila circa ogni ventiquattr'ore. Di questi 8.608 sono donne e 6.996 minori. A queste donne e a questi bambini che fuggono dalle bombe, non intendiamo voltare le spalle. Abbiamo una tradizione di accoglienza che ci spinge a offrire una possibilità a queste persone che arrivano da un Paese in ginocchio, separati dai loro affetti."
Come si sta muovendo il Viminale?
"Dal primo giorno dell’aggressione militare russa all’Ucraina ci siamo mobilitati per assicurare che l’emergenza, che si preannuncia non essere di breve durata, venga gestita nel modo migliore. Per questo è stato previsto un incremento di 13mila posti nei centri di accoglienza straordinari e altri 3mila nei centri Sai, la rete di accoglienza in capo agli enti locali. Grazie all’attivazione della 'protezione temporanea', i profughi potranno essere ospitati nel Cas per migranti e nel Sai anche se moltissimi arrivano per ricongiungersi con familiari e amici già residenti in Italia."
In un momento tanto difficile certe posizioni come quella del grillino Petrocelli non rischiano di far male al Paese?
"In una fase in cui il Parlamento si è trovato a votare all’unanimità sulla risoluzione, con una condanna dell’aggressore senza se e senza ma, la scelta di Petrocelli è apparsa ancora più 'forte'. Le scelte operate sono state unanimi con tutta l'Europa. Le informazioni che arrivano dall’Ucraina e le immagini di questi giorni non lasciano spazio a dubbi sulla posizione del Cremlino in questa guerra. Abbiamo il dovere di aiutare l'Ucraina a difendersi. I destini di ognuno di noi contano poco."
Un'altra figura piuttosto criticata è Di Stefano. Ora sembra aver rinnegato le sue posizioni filo russe, come molti altri grillini. Non trova che in passato il M5s sia stato troppo contiguo a Mosca?
"Di sicuro non è stato il M5S a fare una scelta che ci lega a doppio filo con le forniture di gas dalla Russia e che quindi fa lievitare i costi dell'energia. Sono scelte vecchie. Noi siamo sempre stati dalla parte dell'Italia e abbiamo sempre fatto gli interessi dei cittadini e delle imprese Italiane tanto ad oriente quanto ad occidente. Giocare a chi era più vicino a Mosca non funziona perché altrimenti andrebbero citati i contatti della Lega e finiremmo per dividerci."
Lo schema geopolitico sembra ripristinare le posizioni del Novecento e la Russia si sta schiacciando sulla Cina per cui il primo governo Conte si spese a favore della Via della Seta. Difende ancora quella scelta?
"Queste ore terribili e concitate stanno dimostrando che la geopolitica è mutevole e le interrelazioni si modificano di ora in ora. A suo tempo, la Via della Seta è stata un'opportunità storica per aprire nuovi mercati a favore delle nostre imprese. In questi due anni dalla firma del memorandum d'intesa queste hanno potuto tessere profonde relazioni commerciali che hanno portato sviluppo e crescita. La posizione europeista e atlantista dell’Italia non è mai stata messa in discussione."
Si chiacchiera di un possibile rientro di Di Battista nel M5s. Le sue posizioni in politica estera sarebbero ancora compatibili?
"In questo momento siamo concentrati su tutt'altri problemi. Il M5S nel governo vuole dare il proprio contributo per avviare le vie della pace cercando ogni strada possibile. Teorizzare all'opposizione è un lusso che al momento non possiamo permetterci.
Ora è il momento di puntare ad un grande piano europeo sull'energia ed evitare che siano i cittadini a pagare il prezzo del conflitto ucraino. Da tempo abbiamo avviato un percorso nel campo progressista, quindi ad oggi non vedo rientri all'orizzonte."- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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