La vedremo in streaming l'udienza pubblica di domani a Strasburgo, sul caso Berlusconi. Non in diretta, ma in differita, perché la prima e unica seduta pubblica si aprirà alle 9 e 15 e alla fine, dalle 14, sarà sul sito online della Corte europea per i diritti umani, in inglese e francese.
La Grand Chamber della Cedu, simile alle Sezioni Unite della Cassazione, discute solo ricorsi di particolare rilevanza per l'interpretazione della Convenzione o dei suoi protocolli. Questo è il caso del ricorso dell'ex premier contro l'applicazione «retroattiva» della legge Severino, che il 27 novembre 2013 lo ha estromesso dal Senato e reso incandidabile per 6 anni, dopo la condanna a 4 anni per frode fiscale.
Il rituale dell'udienza nel Palazzo dei diritti dell'uomo è stabilito nei minimi dettagli e dunque si può prevedere, almeno nella forma, come si svolgerà l'appuntamento tanto importante per il leader di Forza Italia. Il presidente italiano della Corte, Guido Raimondi, si è astenuto e a presiedere sarà la tedesca Angelika Nussberger. Prima avranno la parola le parti, mezz'ora per il governo rappresentato dal magistrato Giuliana Civinini e dalla collega Paola Accardo e mezz'ora per la difesa di Berlusconi, con gli avvocati specialisti in materia internazionale e diritti umani Edward Fitzgerald, Giulio Nascimbene e Andrea Saccucci. Il pool è più numeroso e saranno presenti i penalisti Fausto Coppi e Niccolò Ghedini, ma davanti alla Corte parleranno solo i primi tre.
Dopo l'esposizione i 17 giudici potranno fare domande sul caso ai rappresentati delle parti e sarà allora, dal tenore delle questioni poste, dei chiarimenti richiesti, delle ulteriori informazioni sollecitate su questioni in fatto e in diritto, che si potrà cercare di capire quale sia l'atteggiamento del collegio e il ragionamento che intende seguire per arrivare al verdetto. A questo punto ci sarà una pausa di un quarto d'ora per preparare le risposte e allora tutti i componenti del pool legale di Berlusconi potranno dare il loro contributo, su questioni penali saranno Coppi e Ghedini a dire la loro.
Alla ripresa ogni parte avrà 10 minuti, ma flessibili se ci sarà bisogno di più, per fornire le informazioni richieste.
Quando l'udienza si chiuderà, i giudici si ritireranno in camera di consiglio per una prima deliberazione, che però non sarà quella definitiva. Nella riunione a porte chiuse comincerà il relatore, il cui nome è segreto per evitare ogni condizionamento, che farà la sua proposta. Poi saranno consultati gli altri, a cominciare dal giudice nazionale, l'italiana Ida Caracciolo, giudice ad hoc pescato tra 5 nomi di riserva forniti in precedenza dallo Stato e che sostituisce Raimondi. Nel giro di tavolo tutti esprimeranno il proprio parere e si verificherà qual è l'orientamento della maggioranza e se c'è l'accordo per una delibera provvisoria. Il relatore sarà incaricato di redigerla con tanto di motivazione, anche se sarà alternativa a quella che aveva avanzato, e tutto sarà rinviato alla seconda riunione, normalmente diversi mesi dopo. Solo allora sarà approvata la sentenza definitiva, che poi andrà rifinita ancora dal relatore e tradotta in doppia lingua. Di solito, soprattutto in casi così complessi e delicati, in Grand chamber non si raggiunge l'unanimità ma, diversamente dalla nostra Cassazione e dalla Corte costituzionale, a Strasburgo si esprime la dissenting opinion. Ogni giudice dissenziente dalla linea maggioritaria può presentare un parere diverso e motivato, che sarà allegato al verdetto dopo la traduzione.
Anche per questo i tempi sono lunghi, in media tra 9-12 mesi. Alla fine, in un'udienza formale, senza pubblico, verrà data lettura della sentenza, che sarà disponibile on line sul sito della Corte. E quella della Grand Chamber è sempre definitiva.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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