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Ecco un'altra grana per Conte: post Covid sarà guerra Pd-M5s

Il premier Conte continua a fare da collante fra i giallorossi. Ma quando l'emergenza coronavirus sarà alle spalle nella maggioranza ci sarà la resa dei conti

Ecco un'altra grana per Conte: post Covid sarà guerra Pd-M5s

L'emergenza sanitaria ed economica nazionale provocata dalla pandemia di coronavirus ha cristallizzato le nostre vita, costringendoci a una monotona quotidianità tra le mura di casa. E allo stesso tempo l'emergenza Covid-19 ha messo in ghiaccio, visto che non è proprio il momento, gli attriti e i dissidi quotidiani all'interno della maggioranza giallorossa di Giuseppe Conte.

Queste difficili settimane, viste le cause di forza maggiore, rappresentano una sorta di pace (armata) tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, ma anche Italia Viva e Liberi e Uguali. Ecco, ma quando l'emergenza coronavirus sarà alle spalle, cosa succederà tra le forze di governo? Bene, molto probabilmente, una volta che l'incubo sarà finito e la politica potrà tornare alle proprie querelle, non tarderanno ad arrivare le scintille tra Pd e M5s.

Ed ecco quindi servita un'altra grana per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che pubblicamente viene sostenuto dai giallorossi, ma privatamente non pare essere così gradito da tutti i parlamentari e gli esponenti della sua stessa maggioranza. Non a caso, nelle scorse settimane, si era parlato di quella manovra politica che avrebbe voluto portare – anche con il sostegno del centrodestra – Mario Draghi a Palazzo Chigi.

Mettendo da parte tutti i discorsi sull'ex presidente della Bce, Affari Italiani delinea un retroscena sui giallorossi, scrivendo che finita la crisi inizierà la vera guerra di potere tra dem e grillini, e di come questi si spaccheranno soprattutto sulla tornata di nomine pubbliche (delle società partecipate dallo Stato) che l'esecutivo è chiamato a fare: si tratta di colossi del calibro di Eni (dove potrebbe essere riconfermato Claudio Descalzi), Enel e Leonardo (Alessandro Profumo verso la riconferma), giusto per fare tre esempi.

In tutto questo, non è da sottovalutare l'irritazione del Quirinale, visto che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha più volte invitato tutti alla coesione, a partire da quelli che dovrebbero essere alleati, e non nemici, di governo. Nell'articolo a firma Marco Antonellis, infatti, si legge come i vertici piddì e pentastellati siano pronto a darsi battaglia sulla nomina della figura che dovrà andare a gestire la Cassa depositi e prestiti e la sua controllata Sace, specializzata nel settore assicurativo e finanziario. E la musica non cambierà per le altre partecipate, anzi.

E il sedicente avvocato del popolo, per mediare tra i due litiganti, si troverà nel mezzo e qui dovrà fare da legale un po' per l'uno e un po' per l'altro, col rischio-risultato di finirne schiacciato.

E di non fare gli interessi dell'Italia e degli italiani.

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