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Eclissi, migliaia di salmoni fuggiti dalle reti Allarme ambientale nel Pacifico: «Pescateli»

Oltre 300mila esemplari atlantici invadono il mare. A rischio i pesci nativi

È la guerra dei salmoni. Da una parte quelli dell'Atlantico, dall'altra quelli del Pacifico. Potrebbe sembrare una querelle ittico-gastronomica se non ci fosse di mezzo il rischio di un disastro ambientale che ha messo in allarme pure il Dipartimento di Pesca e Fauna selvatica dello Stato di Washington.

Per raccontare questa storia surreale bisogna tornare al 21 agosto, quando l'eclissi solare ha tenuto col naso all'insù milioni di americani: mentre la luna si sovrapponeva al sole, sott'acqua, in mare, le reti di contenimento delle vasche di un'azienda di Cypress Island non reggevano all'innalzamento improvviso delle maree provocato, sostiene la stessa ditta, proprio dall'evento astronomico. Così oltre 300mila esemplari di salmone dell'Atlantico, specie autoctona e allevata solo a scopi commerciali, sono fuoriusciti riversandosi nelle acque delle San Juan Islands. Quando i pescatori delle comunità che abitano la zona si sono ritrovati tra le reti non il loro solito «Chinook», ma questi esemplari mai visti e lunghi fino a 80 centimetri, hanno lanciato l'allarme.

Se dovesse sopravvivere e riadattarsi nel nuovo habitat, questo esercito di salmoni maculati potrebbe portare malattie, ibridi e creare danni all'ecosistema. «È un disastro», ha dichiarato all'Associated Press Ellie Kinley, la cui famiglia pesca da generazioni, «non vogliamo che quei pesci risalgano i fiumi e prevalgano sul nostro salmone». Preoccupazione fondata, a quanto pare, tanto che il Dipartimento americano ha chiesto di «catturare quanti più salmoni possibile, indipendentemente dal numero o dal peso. Il nostro obiettivo è proteggere i pesci nativi». E rinforzata anche dal parere di diversi esperti sul reale impatto ambientale dell'«invasione» e sugli esiti di questa inedita «competizione» per la specie: «Gli atlantici sopravvivono, risalgono nei fiumi e si riproducono dando vita a prole competitiva o perfino superiore al salmone del Pacifico», ha spiegato John Volpe, ecologista dell'Università di Victoria, citato dal Guardian. Più scettici i commenti che arrivano dal National Oceanic and Atmospheric Administration, dove viene ricordato un precedente degli anni Novanta: 600mila salmoni atlantici, il doppio di oggi, si riversarono nel Pacifico ma non riuscirono a sopravvivere.

E se l'azienda americana che ha perso in un solo colpo pesci e incassi incolpa dell'incidente «le maree e le correnti eccezionalmente elevate che coincidono con l'eclissi solare», alcune associazioni non ci stanno: «I livelli registrati non erano tali da causare il problema. E le strutture della Cooke dovevano comunque essere costruite per sopportare questi movimenti».

Intanto, la corsa alle reti è cominciata.

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