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"Economia al pari della salute". Nuovo stop agli spostamenti

Vertice con l'esecutivo: i governatori insistono su zone e ristori. L'ipotesi: fino al 25 marzo vietato uscire dalle Regioni

"Economia al pari della salute". Nuovo stop agli spostamenti

Le Regioni chiedono al governo un «cambio di passo» e una maggiore attenzione all'economia. Il ministro Mariastella Gelmini risponde impegnandosi a coinvolgerle, e facendo appello all'unità (contro «un nemico che ha già fatto contare 100mila vittime»).

È così che si è aperta davvero l'era del nuovo esecutivo di Mario Draghi, che ora inizia a cimentarsi con le scelte concrete sull'emergenza. Si è aperta con un vertice a cui hanno partecipato i ministri degli Affari regionali Gelmini, e della Salute Roberto Speranza, l'Anci, le Province e i governatori giunti all'appuntamento con un documento per punti.

Più equilibrio fra salute ed economia, meno confusione e ansia nei messaggi. Questa le priorità della auspicato cambio di passo, tradotto in 7 punti: da un'accelerata sulla campagna vaccinale che «sta andando troppo a rilento» a una revisione del meccanismo dei colori, con parametri più semplici e decisioni più tempestive; da un allargamento della cabina di regia ai ministeri economici (e degli Affari regionali) a indennizzi contestuali alle restrizioni; dall'allargamento dei congedi parentali a «risorse economiche a sostegno dei genitori» in caso di chiusura delle scuole. Le proposte regionali sono parse orientate verso una stella polare ben precisa: un miglior dosaggio delle misure e un impatto meno penalizzante su cittadini e imprese.

Un'impostazione che il ministro Gelmini ha condiviso, tenendo ben presente i rischi di una terza ondata. «Domani (oggi, ndr) - ha garantito - al Consiglio dei ministri, porterò il documento inviatomi dalle Regioni all'attenzione del governo». Il premier ha convocato per oggi alle 9.30 il suo secondo Consiglio. Motivo tecnico della convocazione è la scadenza (giovedì) del divieto di spostamento tra Regioni. E l'ipotesi più gettonata è la proroga al 25 marzo.

Ma quel che molti si attendono dal governo è un segnale di discontinuità. Lo attende soprattutto il versante «di centrodestra» dell'inedita maggioranza che sostiene Draghi. Lega e Forza Italia sperano in un qualche «tocco» del premier che segnali appunto una novità rilevante nell'approccio all'emergenza. Un «cambio di passo» l'aveva chiamato il governatore lombardo Attilio Fontana. E «cambio di passo» lo hanno chiamato tutte le Regioni, fin da sabato all'esito di un incontro preparatorio. «Ci aspettiamo molto, in termini di equilibrio, in termini di coraggio» ha sintetizzato anche il ligure Giovanni Toti ieri. E le Regioni in mano al centrodestra, ora, sono nettamente in maggioranza, anche se il presidente della Conferenza delle Regioni è l'emiliano Stefano Bonaccini del Pd. Ricette diverse, ma su un aspetto le Regioni si sono mostrate concordi: la necessità di archiviare meccanismi rivelatisi al contempo farraginosi e penalizzanti per l'economia.

E ieri, giorno in cui sono diventate arancioni Emilia Romagna, Campania e Molise, tutti i governatori hanno invocato una revisione dei tempi di classificazione delle zone: «Occorre che siano conosciute con congruo anticipo dai cittadini e dalle imprese». Inoltre hanno definito indispensabile «una revisione dei parametri» e chiesto quel «cambio di passo che consenta di coniugare le misure di sicurezza sanitaria con la ripresa economica e delle attività culturali e sociali».

E ancora hanno proposto al governo - in caso di criticità - di «soppesare quali attività sia necessario chiudere o limitare e quali invece possano essere riaperte», e invocato indennizzi da attivare contestualmente alle restrizioni, senza più incertezze.

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