Nelle settimane che precedono la fine del mandato di Sergio Mattarella al Quirinale, tra le cancellerie europee ma anche tra i grandi opinion maker dell'Occidente, circola una preoccupazione legata alla stabilità italiana.
Per capire che aria tiri in certi ambienti diplomatici, per esempio, non serve andare troppo lontano ma basta porsi in ascolto tra i corridoi del Senato: dalle parti dell'Istituto affari internazionali - ci racconta una fonte - preferirebbero che Mario Draghi restasse dove sta. «Lo si pensa in via informale eh, davanti ad un tozzo di pane», aggiungono. Il depositario di questo pensiero - dicono - sarebbe il presidente dello Iai, ossia l'ex commissario europeo Ferdinando Nelli Feroci, che è stato uno stimato diplomatico di alto rango. Al netto dei sussurri, però, esistono anche certezze sul clima che si respira.
Le cancellerie europee tutte tifano affinché Draghi rimanga a Palazzo Chigi. Sono le statistiche sui nostri fondamentali economici a sconsigliare un cambio della guardia. La pandemia, poi, non sembra interrompere il suo corso: un'altra ragione per cui l'Unione europea e gli ambienti limitrofi si sentirebbero più al sicuro con Super Mario saldo alla guida dell'esecutivo. L'ultimo a confidarlo è stato un rappresentante del governo tedesco.
Poi c'è la grande stampa: l'Economist ha incoronato l'Italia «Paese dell'anno» in virtù dell'azione del governo in carica ma ha anche avvisato sul «pericolo che questa insolita esplosione di governance possa subire un'inversione». Il settimanale inglese è stato ancora più chiaro, quando ha parlato dei rischi connessi all'elezione di Draghi al Colle: «un incarico più cerimoniale» hanno sottolineato sulla rivista. «La presidenza della Repubblica non consentirebbe a Draghi di avere il potere decisionale che ha ora e - annota sempre l'Economist - ci sarebbe la concreta possibilità che il successore dell'attuale presidente del Consiglio sia meno competente».
Il che fa il paio con quanto messo nero su bianco dal Financial Times pochi giorni fa: «La prospettiva che l'ex capo della Banca centrale europea si faccia da parte come primo ministro italiano per assumere la presidenza minaccia di far precipitare il paese nell'instabilità politica», ha registrato il quotidiano britannico.
Ragionamenti che vengono condivisi anche all'interno della stessa squadra di governo: il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, cioè colui che, a parte Draghi, ha più contatti con le cancellerie e gli ambienti diplomatici, ha lasciato intendere che è ora di smetterla con il chiacchiericcio su Draghi presidente della Repubblica: «Non posso dire quando andare a votare, ma quando non andare a votare: per le elezioni politiche non si può votare quando stiamo accelerando sulle terze dosi e mettendo a terra il Pnrr». Le urne anticipate, del resto, sarebbero lo scenario più probabile in caso di trasloco al Quirinale di Draghi. E Di Maio non fa che scongiurare l'eventuale quadro: «Con le elezioni anticipate perderemmo 5-6 mesi - ha specificato -. E ancora: «I Paesi europei dove ci sono state le elezioni hanno visto impennate di contagi.
Non si potrebbero prendere le misure e le disposizioni anti-Covid come quelle prese da noi in queste settimane», ha aggiunto l'inquilino della Farnesina.Cancellerie, diplomazie, grande stampa vicina all'establishment mondiale e membri dell'esecutivo: sono tanti giocatori di peso a volere che Mario Draghi resti a Palazzo Chigi.
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