Contrordine, le misure messe in campo da Mario Draghi sono cosa buona, giusta e salutare. Alla bipolarità dei mercati, capaci di passare dallo psicodramma collettivo all'euforia di massa nello spazio di appena 24 ore, siamo da tempo abituati. Sorprende, dunque, solo fino a un certo punto come il pollice verso mostrato giovedì scorso alle misure espansive annunciate dal presidente della Bce si sia ieri, come d'incanto, trasformato in un applauso con standing ovation incorporata. Tutti a comprare, tutti a far girare al rialzo gli indici con la velocità di una slot machine. Così, ha sfiorato un +5% Piazza Affari, hanno corso Francoforte (+3,5), Parigi (+3,2%) e Madrid (+3,7%) e ha sorriso anche Wall Street (+1% alle ore 20 italiane). E, per la prima volta in assoluto, i rendimenti del Btp a tre anni sono scivolati sottozero (a -0,05%), un vero sollievo per le indebitatissime casse dell'Italia.La notte sembra insomma aver portato consiglio, seppur a scoppio ritardato. Eppure, non c'era molto su cui interrogarsi, essendo ben chiare sia la natura sia le finalità dei provvedimenti presi per contrastare i rischi di deflazione e sostenere la crescita. Soprattutto, doveva già apparire chiaro il sapiente bilanciamento operato tra una mossa di tipo restrittivo per le banche come quella di portare ancor più in negativo i tassi sui depositi presso l'Eurotower (ora a -0,40%), e un'altra di segno opposto che allarga i cordoni della borsa offrendo prestiti per i quali la stessa Bce è disposta a pagare gli istituti che ne faranno richiesta. Certo, dalle banche tedesche è arrivata un'alzata di scudi. Giustificata, in particolare per quanto riguarda le Sparkasse, dal fatto che molti prodotti offerti dalla loro rete retail, un'autentica macchina da guerra nel drenare risparmio, hanno rendimenti legati ai tassi. Più sono bassi, e meno i sottoscrittori guadagnano, e più si rischia una loro fuga. Timori rinfocolati dai calcoli di Deutsche Bank, secondo cui saranno gli istituti italiani e spagnoli a beneficiare della metà degli oltre tre miliardi di utili aggiuntivi che deriveranno da quanto deciso dalla Bce. Nel complesso, l'abbassamento del tasso sui depositi e del tasso di rifinanziamento peseranno sui profitti bancari per 700 milioni, ma i nuovi prestiti a tasso zero (o negativo) avranno un impatto positivo per 2,4 miliardi, una cifra a cui si devono poi sommare 1,6 miliardi per costi più bassi di finanziamento. Non a caso, sono stati proprio i titoli del credito a mettere ieri in mostra i rialzi più forti, con un vero e proprio balzo di quelli tricolori (+8% l'indice di settore).C'è inoltre un altro aspetto sottovalutato giovedì. Riguarda l'inclusione nel programma di acquisto titoli delle obbligazioni societarie. Un modo, spiegano gli analisti, per invogliare gli investitori ad aumentare la propensione al rischio, supportandoli in questa fase di forte volatilità. «È un invito - conferma Invesco - ad abbandonare i porti sicuri come i titoli di Stato (i Bund tedeschi ad esempio) per puntare su titoli più rischiosi come i corporate bond». Se l'operazione dovesse funzionare l'effetto virtuoso sarebbe duplice: da un lato si ridurrebbero i costi di raccolta delle imprese, dall'altro verrebbero favoriti gli investimenti e la ripresa economica.
Un aspetto su cui però Goldman Sachs esprime qualche dubbio, visto che finora l'allentamento della politica monetaria «ha fatto ben poco per contrastare i venti contrari, dai bassi prezzi del petrolio e le deboli aspettative di inflazione, alla persistente debolezza del mercato del lavoro e allo sfavorevole andamento demografico».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.