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Elezioni Emilia-Romagna: con il M5s cambiano gli scenari

Secondo i sondaggisti, l’assenza del M5s alle elezioni in Emilia-Romagna avrebbe avvantaggiato il centrosinistra. L’effetto “sardine” potrebbe favorire il centrodestra. Da non sottovalutare il peso del voto disgiunto

Elezioni Emilia-Romagna: con il M5s cambiano gli scenari

Il voto sulla piattaforma Rousseau ha avuto un effetto dirompente tra le fila del M5s, dilaniato dalle polemiche tra chi voleva presentarsi alle elezioni Regionali e coloro,soprattutto tra i vertici del MoVimento, contrari alla partecipazione alla tornata elettorale. E non solo. Il risultato che ha ribaltato in modo clamoroso le scelte di Di Maio avranno conseguente anche per il centrosinistra in Emilia-Romagna.

Secondo i sondaggisti, la presenza del M5s potrebbe complicare, e non poco, la vittoria di Stefano Bonaccini nella storica roccaforte rossa. Se tutti sono concordi con questa valutazione, ci sono distinguo tra gli analisti, come riporta ilCorriere, su quali ripercussioni potranno avere le azioni delle cosiddette “sardine” e la legge elettorale.

Nel primo caso, tenuto conto che i manifestanti sono orientati comunque verso sinistra, potrebbe scattare una contro-reazione pro-Salvini di chi desidera un cambiamento. Ciò sarebbe favorevole al centrodestra. Nel secondo, invece, potrebbe essere un vantaggio per l’attuale governatore del Pd, e ricandidato alla carica, Stefano Bonaccini. La legge elettorale, infatti, prevede un voto diretto per il candidato presidente con possibilità di voto disgiunto, che può favorire il candidato più noto.

L’ultimo sondaggio sull’Emilia è stato realizzato da Ixé per il programma di Rai3 Cartabianca prima della votazione su Rousseau. La fiducia in Bonaccini è molto alta arriva al 68% mentre Borgonzoni , candidata del centro destra si attesta al 45. Il dem, sul voto ai singoli candidati, sarebbe al 40% contro 29,2%.

Per Lorenzo Pregliasco di Youtrend, “la corsa autonoma di un candidato Cinque stelle è uno scenario che non favorisce il candidato di centrosinistra”. Questa perché “i dati a disposizione prima della scelta di Rousseau dimostravano che un patto di “non belligeranza” del Movimento sarebbe stato chiaramente un beneficio per Bonaccini. Questo perché gli elettori rimasti nell’alveo pentastallato sono più portati a sostenere il candidato progressista piuttosto che la leghista Lucia Borgonzoni”.

Secondo Roberto Weber, analista di Ixè, va in tenuto in considerazione il fenomeno messo in atto dalle “sardine” che potrebbe innescare un effetto particolare che addirittura potrebbe danneggiare il centro-sinistra. La motivazione è semplice. I manifestanti stanno dando un valore politico sempre più nazionale al voto in Emilia-Romagna, terreno in realtà preferito da Salvini da tempo sostiene che le elezioni siano il modo per mandare a casa il governo. “Le “sardine” erano nate proprio per difendere la società ed i valori promossi dal governatore uscente, ma in questo quadro rivendicare le cose fatte per il territorio funzionerà di meno”. Proprio perché ormai le lezioni stanno assumendo un valore nazionale.

Il professor Marco Valbruzzi, coordinatore dell’Istituto Cattaneo, si dice certo che ora, con il M5s che partecipa alla competizione elettorale, la battaglia si farà più tesa perché “sia il centrodestra, sia il centrosinistra si dovranno concentrare per conquistare l’elettorato M5S”. Sul ruolo delle “sardine”, poche certezze ma l’ipotesi è che “possono essere un’esca per prendere il voto in uscita dal Movimento. Riescono ad allargare il perimetro del centrosinistra e intercettare qualche grillino”.

Per Rado Fonda di Swg, in queste condizioni Bonaccini non ha la strada spianata verso il successo. Il governatore avrebbe giovato del “patto di desistenza” con i 5s.

Ora, invece deve sperare che almeno una parte degli elettori M5S opti per il voto disgiunto.

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