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Elly battuta dalla sosia. Il caso Ciani rompe il Pd

Schlein fa meno ascolti della sua imitazione. Il neo-vicecapogruppo? Pacifista e non iscritto

Elly battuta dalla sosia. Il caso Ciani rompe il Pd

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Non c'è mai, ma quando c'è nessuno la guarda. Elly Schlein l'anguilla, che sfugge al Parlamento e schiva taccuini e telecamere. La segretaria dal basso profilo mediatico, lei che quando sceglie di andare in tv viene battuta perfino dalla sua parodia. Schlein non buca lo schermo. Lo dimostrano i numeri. Dati impietosi, quelli della sua ospitata di martedì a Cartabianca, su Rai3.

E c'è da dire che il duello non era impossibile. La nuova stella del progressismo è stata surclassata da un vecchio leone della sinistra. Pierluigi Bersani a DiMartedì, La7, ha totalizzato l'8% medio di share, con un picco di puntata del 9% alle 22. Che vale a dire 1,7 milioni di spettatori. Contemporaneamente, su Rai3 Bianca Berlinguer reggeva bene il confronto. Il duetto tra la conduttrice e lo scrittore Mauro Corona allo stesso orario viaggiava sull'8,8% e 1 milione e 650mila spettatori. Smonta Corona e monta Schlein. La leader del primo partito di opposizione, unica grande novità politica degli ultimi mesi, avrebbe dovuto far spiccare il volo al talk show. Invece no. I telespettatori vedono la segretaria del Pd e cambiano canale in massa. Ecco i dati: Cartabianca con Schlein perde 3 punti in 3 minuti. Scappano 550mila spettatori, che scendono a 1 milione e 150mila. Dopo un quarto d'ora i telespettatori sono 950mila. La mezz'ora di intervista della leader dem, dalle 22 alle 22 e 30, in media viene seguita da 1 milione di persone, con una media di share del 5,2%. La vincitrice del congresso del Pd viene battuta perfino dalla sua imitazione. Quella di Paolo Kessisoglu di Luca e Paolo, in onda su La7 alle 23. La parodia del comico genovese raggiunge il 6% di share, quasi un punto in più dell'intervista su Rai3 della segretaria del Pd.

D'altronde Schlein ci sta abituando alle stranezze un po' naif. Come la decisione di nominare vicecapogruppo del Pd alla Camera un deputato che però non ne vuole sapere di iscriversi ai dem. Si tratta di Paolo Ciani, che ha preso il posto di Piero De Luca, figlio di Vincenzo, tra le polemiche dei riformisti. «Il Pd non è il mio partito», dice l'esponente di Demos, che però è stato eletto nelle liste dem. Ed Elly in qualche modo gli dà ragione, prendendone le distanze: «Ha chiarito - dice - le sue affermazioni, che ha fatto a titolo del suo partito, che non è il Pd». «La linea del Pd (sull'Ucraina, ndr) è ben chiara» garantisce. Ciani è vicino alla Comunità di Sant'Egidio ed è stato l'unico deputato del gruppo Pd a votare contro l'invio di armi a Kiev. La sua nomina sembra un ramoscello d'ulivo offerto alla componente cattolica dei dem, ma fa indispettire gli ex renziani per le sue posizioni «pacifiste». La vicepresidente dell'Europarlamento Pina Picierno attacca: «Grande confusione sotto il cielo». E De Luca sferza Schlein. «Sono vietate le brutte parole», ha risposto ieri a chi gli chiedeva della segretaria: «In politica, come nella vita - ha twittato velenoso - non c'è nulla di più volgare dei radical chic senza chic».

Intanto l'opposizione interna al partito diventa corrente. In una lunga riunione, molto partecipata, ieri pomeriggio Stefano Bonaccini ha visto i parlamentari della sua area. C'erano Lorenzo Guerini, Debora Serracchiani, Simona Malpezzi, Graziano Delrio, Piero Fassino, Matteo Orfini, Enzo Amendola e altri. Clima effervescente, non sono mancate critiche alla segretaria.

E a rendere più concreta l'azione dell'area, si è concordato di strutturarla andando oltre la mozione congressuale.

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