Il problema, quando decidi di spostarti a sinistra, è che trovi sempre qualcuno ancor più «de sinistra» di te che ti accusa di essere «neo-libbberista» (come dicono i brillanti studenti romani).
Lo ha scoperto a proprie spese la povera Elly Schlein, quando giovedì si è presentata all'Università della Sapienza di Roma per «portare il supporto del Pd» alla protesta degli studenti in tenda contro il caro-affitti. E si è subito trovata circondata da alcuni giovanotti (e giovanotte) semi-alfabetizzati e - a occhio - anche alquanto fuori corso, con magliette inneggianti a Fidel (Castro, si immagina) e decorate da stelle rosse, che la accusavano di esser lì per fare «passerelle strumentali», contestandole molteplici efferati tradimenti della causa della sinistra: il voto sulle armi all'Ucraina (evidentemente da quelle parti si preferisce Putin), il sostegno al governo Draghi che «ci corcava in piazza quando protestavamo contro l'alternanza» («corcare», in romanesco, equivale a picchiare) e persino di essere «il partito che ha abbbolito (tre B, ndr) l'equo canone». La scena sembrava uscita dritta dritta da Alto Gradimento, con Mario Marenco nei panni dello studente in lotta Verzo. Ma Schlein si è trovata in difficoltà a fronteggiarli. E si è rifugiata nel suo mantra: «Sono segretaria solo dal 26 febbraio, ma ora il Pd ha al centro del suo impegno il diritto alla casa», pure per Verzo. A sera, in tv a Piazza Pulita, si è trovata in difficoltà anche quando le hanno chiesto cosa pensasse dell'accordo (firmato dal governo Conte) con la Cina sulla Via della Seta: «Devo approfondire il dossier», ha replicato.
Ieri poi la leader dem, attraverso la coordinatrice della segreteria Marta Bonafoni (che la scortava anche alla Sapienza) ha annunciato la partecipazione del Pd al presidio davanti al Tribunale di Roma, dove si è aperto il processo agli attivisti «ambientali» di Ultima Generazione che hanno imbrattato di vernice la facciata del Senato: «Capiamo la rabbia e la preoccupazione dei giovani: serve investire in conversione ambientale e non criminalizzare la protesta».
La pezza, come era facile intuire, si è rivelata peggio del buco: non si sa se il giovanotto filo-castrista sia oggi più contento di Elly, ma certo l'improvvida iniziativa (per di più alla vigilia di una tornata di voto amministrativo che conta molto per Schlein) ha attirato sul capo della segretaria Pd un diluvio di critiche, soprattutto dal Terzo Polo. E da chi si è allontanato dal Pd schleiniano e dalla sua «deriva movimentista» come Enrico Borghi, membro della segreteria di Enrico Letta e oggi nel gruppo Azione-Italia viva: «Manifestare in piazza a favore di chi sfregia i monumenti - dice - è la dimostrazione, ulteriore, che si è persa di vista la dimensione di governo in favore di una rincorsa massimalista». E con qualche ironia, Borghi esprime «solidarietà» al sindaco dem di Firenze Dario Nardella, che «meritoriamente difese Palazzo Vecchio dall'assalto di Ultima Generazione e che oggi vede il suo partito schierato a loro favore».
Ma Nardella non è l'unico sindaco Pd smentito dal proprio partito: a Roma Roberto Gualtieri si è ritrovato promossi in prima linea
dalla nuova segretaria gli oppositori più feroci del termovalorizzatore anti-rifiuti e dice, non senza polemica: «Si farà perché è necessario. Poi che alla Schlein non piaccia è solo una sua rispettabile opinione personale».
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