
Nel 2020 aveva fondato un movimento politico, Più Italia, che non ha lasciato traccia. Ma Emanuele Filiberto di Savoia è un personaggio pubblico, con le antenne sempre pronte a captare i movimenti profondi nel Paese. Eccolo così mettere alla prova l'immagine della monarchia con una ricerca scientifica senza precedenti in cui di fatto il principe si misura con lo specchio della popolarità e della credibilità di casa Savoia oggi. Il dato forse più interessante, fra quelli del sondaggio elaborato dal professor Renato Mannheimer e che il Giornale è in grado di anticipare, é proprio la notorietà di Emanuele Filiberto: il 90 per cento degli italiani lo conosce, il 44 ne dà un giudizio positivo, il 15 pensa che potrebbe dare un contributo positivo al Paese.
E qui nasce la domanda delle domande: quale contributo? Il 36 per cento punta sulla politica, il 29 sulla filantropia, solo il 9 pensa allo spettacolo.
Insomma, la tentazione della storia è molto più forte del richiamo di Ballando con le stelle. E un Savoia a capo di un partito non dispiacerebbe a un pezzo di Italia. "Sono contento di quel che emerge dallo studio - spiega Emanuele Filiberto - il mio impegno pubblico viene riconosciuto e premiato. Al momento sono impegnato in tante attività culturali e filantropiche, ma mai dire mai. In futuro potrei anche optare per la politica. Certo, oggi c'è un nuovo rapporto con il Paese, dopo tutto il fango che ci hanno buttato addosso".
Se si pensa alla catastrofica uscita di scena dei Savoia dopo il disastro della Guerra e alle leggi razziali, si capisce come l'ultima generazione abbia saputo risalire la china. Il padre, Vittorio Emanuele, era stato protagonista di vicende alterne e la sua figura era stata segnata da scandali e tragedie.
Il figlio ha un altro profilo: cura con oculatezza la propria immagine, ha i tempi giusti per la tv, è perfettamente inserito nella società. Insomma, non è un personaggio che campi di rendita, non appartiene al club delle teste coronate che vivono con lo sguardo rivolto al passato e con un lampo di nostalgia negli occhi. Emanuele Filiberto è riuscito a svecchiare un brand che sembrava ormai fuori catalogo e invece offre sorprendenti spunti di attualità.
L'indagine è partita da una frase di Aldo Cazzullo: "Piaccia o no, senza i Savoia l'Italia oggi non esisterebbe". Il punto è la percezione che i nostri connazionali hanno della casa reale. Il quadro è contrastato e dà risposte non univoche: il 90% sa che c'era la monarchia, un campione altissimo, e l'80% la collega alla dinastia nata a cavallo delle Alpi. Il 55% però non sa che i Savoia sono stati gli artefici dell'unità nazionale o comunque non ha ben chiaro questo passaggio. E qui occorre dire che più che le simpatie o le antipatie contano le nozioni basilari di storia patria.
Il 30 per cento degli intervistati ha però un'idea positiva dei Savoia e un sorprendente 27 si spinge ancora più in là, battezzando come "popolare" la famiglia. Un serbatoio di stima e empatia che potrebbe diventare un tesoretto da spendere in politica o comunque per promuovere un "marchio" pesante. A coronare questi elementi c'è un'altra considerazione, a suo modo suggestiva: solo il 22 per cento dei nostri connazionali osserva con occhio benevolo le altre monarchie europee.
Insomma, siamo dentro un paradosso: i Savoia, pur assenti, hanno un gradimento almeno qui da noi superiore a quello delle famiglie regnanti europee. Appunto il 30 per cento contro il 22. Ed Emanuele Filiberto potrebbe sfruttare quel patrimonio di ammirazione e decidere un domani di scendere in campo.