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Dopo le emergenze Fontana chiede fiducia per lasciare il segno

Un mandato stravolto da Covid e guerra, ora il governatore cerca il bis per ripartire

Dopo le emergenze Fontana chiede fiducia per lasciare il segno

Un voto con poche scosse, dopo una campagna elettorale veloce e indolore. È la (fondata) speranza di Attilio Fontana, presidente uscente, candidato del centrodestra, che dopo un primo mandato funestato prima dal Covid e poi dalle guerra, prova il bis per lasciare il segno davvero.

L'affluenza in Lombardia è rimasta sotto i livelli di 5 anni fa, quando però si votava su un solo giorno, attestandosi sulla metà circa del 2018 (9,2 contro 19,9% alle 12, mentre alle 19 si è fermata al 27,2%). Fontana ieri ha votato in mattinata nel seggio di Velate, frazione di Varese, dove si è informato sui dati con gli scrutatori: «Ho fatto il mio dovere - ha scritto pubblicando la foto - Le crisi e le guerre che affliggono il mondo ci ricordano quanto è importante il libero voto per difendere la democrazia e la libertà. Andiamo tutti a votare per il futuro della nostra Regione». Dopo aver fatto il suo dovere, il presidente ha trascorso una domenica tranquilla: è andato al supermercato con la moglie e - in serata - ha assistito alla partita di basket della sua Varese, impegnata in serie A 1 in una difficile sfida con l'Olimpia Milano. Sarà meno arduo il compito del governatore leghista, che in questa campagna elettorale aveva solo il compito di non sbagliare, lasciando che l'inerzia politica della sfida, in discesa dopo i risultati delle politiche, facesse il suo corso. La fase pre-elettorale, a dire il vero, era stata tribolata - fra l'estate e l'autunno - e segnata dall'indecifrabile impuntatura di Letizia Moratti, la vicepresidente che ha deciso di lasciare la giunta, dopo circa due anni di lavoro - per provare a strappare una candidatura che poi non è mai arrivata. L'esito della scommessa morattiana, tuttavia, si è rivelato più magro del previsto, tanto che la ex sindaco di Milano non solo non ha ottenuto l'agognata «nomination» del centrodestra, ma non è riuscita neanche a spaccare il fronte: alla fine Moratti ha portato dalla sua parte solo qualche consigliere uscente a rischio di non rielezione.

Accompagnata dal figlio Gabriele, Moratti ha votato nella scuola della centralissima via della Spiga a Milano. Quella Milano che da anni ormai è diventata una roccaforte della sinistra, soprattutto nella ztl del Municipio. Stavolta però, la Milano progressista si dividerà fatalmente in due. La corsa di Moratti con le insegne del Terzo polo, infatti, ha finito per spaccare il fronte dell'opposizione. Mentre «Azione» e Italia viva» hanno sostenuto lei, infatti, il Pd ha puntato tutto sull'eurodeputato Pierfrancesco Majorino, esponente della sinistra interna, almeno all'apparenza molto distante dagli umori e dai principi più diffusi nell'elettorato lombardo, che non a caso dal 1995 premia senza soluzione di continuità il centrodestra, prima con Roberto Formigoni e poi con Roberto Maroni. «Una bellissima giornata per votare», ha scritto Piefrancesco Majorino su Facebook dopo essersi recato nel suo seggio, un'aula dell'istituto Tommaso Grossi in via Colletta a Milano. La vera sfida pare dunque quella per il secondo posto, fra Majorino e Moratti.

Da tenere d'occhio anche il risultato dei singoli partiti, anche nel centrodestra, dove Fdi punta a un nuovo exploit dopo quello delle Politiche di settembre. Lo stato maggiore di Fdi oggi seguirà lo spoglio dalle ore 17 nella sede di corso Buenos Aires 15.

E da domani, potendo, vorrà far pesare i nuovi rapporti di forza.

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