È imputato con Emiliano. Ma da domani sarà deputato

Il capo di gabinetto del governatore accusato di finanziamento illecito. Nell'udienza di ieri un finanziere ha testimoniato: "Fecero togliere il nome di Emiliano dalla fattura"

È imputato con Emiliano. Ma da domani sarà deputato

Godrà di immunità penale da domani Claudio Stefanazzi, il capo di gabinetto di Michele Emiliano, da lui voluto capolista nel Pd alla Camera, e con lui imputato per finanziamento illecito ai partiti.

La vicenda è riferita alle primarie del Pd in cui Emiliano sfidò Matteo Renzi. Secondo l’accusa due aziende pugliesi pagarono l’agenzia che curò la campagna elettorale di Michele Eiliano, senza dichiararlo.

Nell’ultima udienza della settimana scorsa, proprio mentre Emiliano chiudeva la campagna elettorale a Roma sul palco con Enrico Letta, un finanziere ha testimoniato in merito a una fattura da 24 mila euro che la società di comunicazione torinese indirizzò all’azienda foggiana di energia Margherita: “Nella prima email l’oggetto era ‘consulenza comunicazione Michele Emiliano’. Un commercialista della Margherita rispose chiedendo se si poteva modificare. Nel messaggio successivo il nome di Emiliano non compariva più”. L’altra fattura è di 63 mila euro e fu versata dall’imprenditore Vito Ladisa, leader delle mense pubbliche in Puglia.

Secondo la Procura di Torino il capo di gabinetto di Emiliano, Claudio Stefanazzi, ora inserito da Letta nel listino bloccato del pd (per esplicita richiesta di Emiliano, e senza neppure essere iscritto al partito), avrebbe fatto da tramite tra il governatore e i due imprenditori. Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari infatti è riportato che “Per suo tramite Emiliano riceveva un finanziamento non deliberato dall’organo sociale della Margherita e della Ladisa, non regolarmente iscritti in bilancio”.

Il proprietario della società di comunicazione ha dichiarato: “Ho incontrato personalmente Ladisa due volte.

Su sua proposta ho annullato la fattura 89 emessa a giugno nei confronti di Michele Emiliano e ne ho emessa un’altra nei confronti di Ladisa, a fronte di un’attività di consulenza in funzione di una gara d’appalto a cui doveva partecipare in Piemonte”. La difesa di Emiliano aveva provato a far trasferire il processo alla Procura di Foggia, ma per competenza rimane a Torino.

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