Gli Stati Uniti possono diventare il nuovo epicentro della crisi del coronavirus. L'allarme arriva dall'Oms, che sottolinea come si stia assistendo ad una «grande accelerazione» nel numero di casi.
Negli Usa i contagiati sono ad ora 51mila, con 655 morti, di cui oltre la metà a New York (26mila, con almeno 210 morti). Il presidente americano Donald Trump, però, punta a riaprire l'America in tempi brevi, «settimane, non mesi», per intenderci. In particolare, gli piacerebbe che questo avvenisse entro Pasqua, che cade il 12 aprile.
«Gli Usa non sono fatti per essere chiusi», ha detto nel corso di una «town hall» virtuale con Fox News, avvertendo che un isolamento prolungato potrebbe uccidere il paese. Una «grave recessione» potrebbe fare più vittime del Covid-19, ha proseguito il tycoon, rimandando comunque ogni decisione alla prossima settimana, quando scadranno i 15 giorni di misure restrittive a livello federale.
L'obiettivo di Trump, come ha ribadito più volte, è quello di evitare che «la cura sia peggio (di gran lunga) della malattia», riferendosi alla crisi dell'economia. «La nostra gente vuole tornare al lavoro. Praticheranno la distanza sociale e tutto il resto, e i più anziani verranno sorvegliati in modo protettivo e amorevole, possiamo fare le due cose insieme», ha scritto poi su Twitter. The Donald ha spiegato che il costo della chiusura degli Usa è enorme: «Più si sta fuori, più difficile è la ripresa».
E in ogni caso, anche a fronte di una riapertura del paese in tempi brevi, il piano di stimoli da 2mila miliardi di dollari in discussione al Congresso (su cui democratici e repubblicani sono vicini ad un accordo) è necessario.
Per facilitare la ripresa dell'attività economica evitando la catastrofe sanitaria la Casa Bianca sta vagliando diverse opzioni, che - secondo la Cnn - ruotano intorno ad un sistema a fasi basato sull'età e sulla localizzazione geografica. La prima prevede il ritorno al lavoro a partire dalle persone più giovani, sotto i 40 anni, per poi procedere a gradi finché gran parte del paese sarà tornato alla normalità.
Un'altra opzione è mantenere le restrizioni solo per le persone vulnerabili e gli anziani, e ancora si parla della possibilità che Trump revochi le restrizioni federali, ma incoraggi i governatori ad agire in base alle necessità del loro stato. Infine, si potrebbero mantenere alcune delle restrizioni federali, ma cambiarne altre per consentire agli stati più libertà di azione.
A criticare la posizione del presidente è Andrew Cuomo, governatore dello stato di New York, diventato l'epicentro dell'emergenza negli Stati Uniti. «Il primo obiettivo è quello di salvare vite umane, punto. Serve una strategia coerente con l'emergenza di salute pubblica. Chi è che decide se una persone deve morire o meno», ha detto.
«I casi raddoppiano ogni tre giorni e l'aumento del numero dei malati è più veloce di quello inizialmente stimato», ha poi aggiunto, sottolineando come il picco sia previsto tra 14 e 21 giorni, in anticipo rispetto alle aspettative degli esperti. Cuomo ha riaffermato che c'è bisogno di almeno 30mila respiratori (ma per il momento ne sarebbero arrivati soltanto 400): «L'unico modo per averli è con l'aiuto del governo federale. L'assenza di questo aiuto è inspiegabile».
Il vice presidente Mike Pence, che guida la task force contro il coronavirus, ha tuttavia fatto sapere che la protezione civile Usa ha già mandato duemila respiratori a New York e intende mandarne altri duemila o più oggi.
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