"Epidemia non sotto controllo" In Italia quasi sparito il giallo

Rezza: "Dati migliori, ma il tracciamento è lontano" Ieri 13.331 nuovi casi, l'8,81% dei tamponi molecolari

"Epidemia non sotto controllo" In Italia quasi sparito il giallo

Una giornata interlocutoria sul fronte del Covid, al termine di una settimana che ha visto una diminuzione dei principali indicatori del contagio. Ieri si sono contati 13.331 nuovi casi, l'8,82 per cento dei 151.149 tamponi molecolari messi a referto e il 4,66 per cento dei tamponi totali che tengono conto anche dei 135.182 tamponi antigenici «rapidi».

I morti sono 488, in linea con i dati degli ultimi giorni, mentre scende la pressione sugli ospedali: i ricoverati scendono di 292 unità (ora sono 23.789), quelli in reparti ordinari sono 21.403 (-288) e quelli in terapia intensiva 2.386 (-4). Il maggior numero di casi in Lombardia (1.535) davanti a Emilia-Romagna (1.310) e Lazio (1.297). In rapporto ai tamponi è la provincia autonoma di Bolzano il territorio peggiore (22,83 per cento di positivi sui molecolari), mentre peggiorano i dati del Lazio (13,50). Bene la Lombardia (6,53) e il Veneto (7,64).

Interessante invece il confronto con sabato 16: in sette giorni si sono contati 86.480 nuovi contagi in tutta Italia, ovvero 145,00 ogni 100mila abitanti, con un calo netto della percentuale (sabato 16 si contavano 110.877 contagi settimanali, 185,91 ogni 100mila abitanti). I contagi attuali sono calati di 58.883 unità, i ricoverati totali scendono di 1.515 unità, quelli in reparti ordinari di 1.381 e quelli in terapia intensiva di 134. A livello regionale, migliorano i dati di tutte le regioni (soprattutto quelli del Veneto, dove l'indice di contagio è sceso in sette giorni da 266,11 a 162,20 nuovi contagi ogni 100mila abitanti) tranne che quelli della provincia autonoma di Bolzano, dove l'indice di contagio cresce da 366,85 a 518,17.

La lettura dei dati è affidata a Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute, scondo cui stiamo assistendo «a una seconda fase meno drammatica ma l'epidemia è più diffusa in tutto il Paese, la prima invece era concentrata in alcune zone. Nell'ultimo periodo c'è stato un picco di incidenza cumulativa, ma, sulla base dell'Rt, non vedremo più accelerazione nel numero di nuovi casi». Per Rezza «i ricoveri in terapia intensiva sono intorno alla soglia critica di occupazione dei posti letto, mentre per i ricoveri in area medica siamo al di sotto». Il problema attuale è l'impossibilità di monitorare il tracciamento dei casi «perché sopra i 50 casi su 100mila in 7 giorni si supera la soglia stabilita a livello internazionale». Per Rezza non è il momento di mollare, «le misure prese hanno avuto un loro effetto, l'epidemia resta in una fase delicata. Quando si molla e tendiamo a rallentare le misure, antipatiche e restrittive, per carità, il virus ricomincia a correre». Preoccupa anche il diffondersi di varianti del virus, «sono state segnalate già alcune decine di casi di variante inglese di Sars-Cov-2 in Italia. C'è un link con l'Inghilterra, ma ci sono anche dei focolai che stiamo esaminando».

Quanto ai colori delle regioni («la cabina di regia valuta i rischi, non decide sui colori», dice Rezza), è stata ufficializzata la nuova mappa dell'Italia che sarà in vigore da oggi: rosse provincia autonoma di Bolzano e Sicilia, dove ci sono le restrizioni maggiori. Sono gialle Campania, Basilicata, Molise, provincia autonoma di Trento e Toscana. Restano arancioni tutte le altre compresa la Lombardia, scesa a una classe di rischio inferiore.

Nella zona arancione vige il coprifuoco 22-5, i negozi sono aperti, bar e ristoranti lavorano solo su asporto (i primi fino alle 18) e soprattutto le scuole riaprono. In Lombardia tutti i classe, con le scuole superiori «in presenza» dal 50 al 75 per cento.

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