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"Era la linea del governo" I ministri difendono Salvini

Caso Gregoretti, assist alla difesa di Di Maio e Lamorgese. Il leader della Lega: "Corretti"

"Era la linea del governo" I ministri difendono Salvini

«Ho sentito una ricostruzione corretta e coerente dei fatti. Decidevamo insieme e festeggiavamo insieme»: è un Matteo Salvini più tranquillo quello apparso ieri all'ennesima fase del processo per il caso Gregoretti nell'aula bunker Bicocca di Catania. Un assist all'ex ministro dell'Interno è arrivato proprio dall'attuale titolare del Viminale, Luciana Lamorgese e dall'ex collega Luigi Di Maio (Esteri), ascoltati ieri dal giudice per l'udienza preliminare Nunzio Sarpietro. Che sia perché ora la Lega governa insieme agli ex avversari? Fatto sta che furono proprio Pd e 5 stelle a votare l'ok all'iter che ha poi portato il segretario del partito del Carroccio a finire a processo, ma ora la linea sembra diversa. Entrambi i ministri hanno infatti confermato la linea adottata in seno al governo Conte I, di cui il leader della Lega faceva parte, di avere dall'Europa l'impegno di redistribuire i migranti. Scelta che ha poi costituito una continuità anche nel corso dell'esecutivo Conte II.
Come si ricorderà, Salvini è accusato di sequestro di persona e abuso d'ufficio per aver lasciato per giorni 131 migranti a bordo della nave della Guardia costiera, recuperati nel Mediterraneo, senza dar loro la possibilità di scendere. Il Capitano, difeso dall'avvocato ed ex ministro della Giustizia, Giulia Bongiorno, ha chiarito anche: «Durante questi presunti sequestri nessuno si è fatto male, anzi abbiamo svegliato l'Europa. Anche Draghi, nel suo primo intervento, ha parlato di una politica di rimpatri che è merito della nostra azione. A rischiare 15 anni di galera sono io ha detto ancora -. Tutti pontificano, tutti chiacchierano, ma in aula bunker dove ci sono i processi di mafia c'è Salvini da imputato».
La Bongiorno ha tenuto a dire che il messaggio che è passato dalle testimonianze era che «c'era una linea di governo condivisa che prevedeva che prima venissero redistribuiti i migranti e poi si procedesse allo sbarco. Credo che la testimonianza della Lamorgese sia stata veramente decisiva. Credo che queste ultime testimonianze siano state utili per darci la panoramica che a questo punto ci può portare alla conclusione del tutto».
Gli unici a storcere il naso sono stati i legali delle parti civili, L'avvocato Daniela Ciancimino di Legambiente ha chiarito: «Di Maio ha detto che venivano a conoscenza dell'avvenuto ordine di sbarco attraverso i tweet di Salvini», insinuando la responsabilità unica del Viminale. L'avvocato Corrado Giuliano dell'associazione AccogliRete ha invece presentato richiesta affinché venga ascoltato come testimone l'ex presidente dell'Anm Luca Palamara, intervistato dal direttore Alessandro Sallusti nel libro «Il sistema». Il gup si è riservato di decidere. Ma Salvini ha controbattuto: «Deciderà il giudice. Per il momento io leggo il libro e rabbrividisco». A fargli eco la Bongiorno: «Noi siamo interessati ad approfondire e non vorrei che calasse il velo su quei fatti, ma ci saranno altre sedi per farlo, al momento il nostro interesse è quello di chiudere questo processo».
Accantonata, invece, l'ipotesi di ricusazione del giudice ventilata da qualcuno dopo che lo stesso era stato trovato a pranzo in un ristorante di Roma nonostante vi fosse la zona arancione.

Il prossimo a essere ascoltato, nell'udienza fissata per il 5 marzo, sarà l'ambasciatore Maurizio Massagli.

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