«Eri una candela che accendeva mille candele»

Struggente ricordo dell'ex fidanzato di Louise, uccisa dall'Isis in Marocco: «No all'odio»

Andrea Cuomo

L'amore ai tempi dell'Isis resta amore. Anzi, è anche più forte anche quando è amore finito, sbiadito.

Glen Martin è stato il fidanzato di Louisa Vesterager, la danese ventiquattrenne violentata e uccisa in Marocco da militanti dell'Isis con l'amica Maren Ueland. Hanno condiviso due anni di vita, si sono amati, feriti, riamati, infine lasciati. Ma l'amore non si uccide con un addio, e se per questo nemmeno con una spada dell'Isis. Così tocca a Glen lasciare il vero testamento di una donna martire, che lui aveva smesso di amare senza mai smettere di amarla davvero.

Glen ha scritto una lettera per ricordare Louisa (che lui chiama con tenera pomposità «Louisa Vesterager Jespersen»). L'ha scritta, ha esitato prima di postarla e poi ha premuto il tasto invia. «Non appena premerò il pulsante quello che ti è accaduto diventerà reale».

È vero, a volte bisogna mettere nero su bianco perché qualcosa diventi vero: «Nelle ultime notti, sono andato a letto sperando di svegliarmi da un brutto sogno», scrive Glen, che da adesso non avrà nemmeno quella piccola speranza nottambula.

Glen amava ancora Louisa, anzi Lulù, «divertente (o almeno hai fatto del tuo meglio per esserlo), piena di energia, fascio di gioia, inclusiva, premurosa» ma anche «distratta, lenta e goffa». Ma soprattutto una scintilla: «Migliaia di candele possono essere accese da una singola candela. Tu eri quella singola candela, Louisa». Sì, poi c'era stato l'addio: «Sono stato così fortunato ad essere stato il tuo ragazzo per due anni. Ci siamo divisi come migliori amici con le lacrime agli occhi perché ci eravamo resi conto che non ci amavamo più. Eravamo molto dispiaciuti, ma abbiamo deciso che era così». Sembrava la fine, ma c'era una fine più definitiva in agguato. «Mi spezza il cuore al pensiero che qualcuno ti abbia fatto del male, hai sempre visto il meglio delle persone e hai tirato fuori il meglio dalle persone intorno a te». E quindi il vero grido: «Vivrai nel cuore di tutte le persone che hai incontrato attraverso il viaggio della tua vita. Ti porterò con me per il resto della strada e ti accompagnerò sulle montagne e lungo i fiumi che non hai mai potuto vedere. Avevi sempre un posto speciale nel mio cuore, per il resto della mia vita, spero, lunga. Per farti spazio nel mio cuore, dovevo però darti una parte del mio. Quindi una parte di me è morta lunedì mattina, ma significa anche che una parte di me è con te ovunque tu sia ora. Non importa quanto tu sia sola, sarò lì con te e tu con me. Ti auguro buona fortuna nel tuo viaggio più lontano, ovunque ti porti. Non ti dico addio, sarà una riunione tra amici». E perché la morte di Louisa non sia una cartaccia da gettare Glen fa una proposta a tutti gli amici di Louisa: «L'amore ci porterà attraverso questo, non l'odio, l'odio non ci dà altro che rabbia.

Amate Louisa e il suo ricordo, amate voi stessi e amate le persone intorno a voi. Voglio che tutti quelli che leggono questo post chiamino o mandino messaggi a qualcuno vicino e dicano loro quanto sono importanti». Lo faremo, Glen.

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