Medici radiati ma che continuano ad esercitare la professione senza problemi. Tra le maglie dei tanti casi di malasanità si annida anche questo pericolo. Sull'ultimo tragico caso che ha visto protagonista un ragazzo di 23 anni morto dopo ore di attesa al pronto soccorso del Loreto Mare di Napoli la procura competente ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo mentre il ministero della Salute ha avviato un'ispezione coordinata dai Nas. In caso di comportamento negligente anche l'Ordine interviene e ogni anno sono migliaia i provvedimenti disciplinari che vengono emessi dagli Ordini provinciali nei confronti dei loro iscritti: chirurghi, dentisti, anestesisti, medici di famiglia ma anche infermieri o tecnici di radiologia. Sanzioni che vanno dal semplice ammonimento fino alla radiazione per i casi più gravi. Tante le motivazioni. Mancata timbratura del cartellino; omessa visita domiciliare; esercizio abusivo della professione o esercizio dell'attiva privata a danno di quella pubblica. Ma anche casi gravi come le denunce per decesso in sala operatoria o veri e propri illeciti a danno del servizio sanitario nazionale. Nell'ultimo anno sono stati due i medici che hanno subito la radiazione perché sconsigliavano la vaccinazione e almeno una ventina sono finiti «sotto osservazione» per le loro posizioni sulla profilassi.
Attenzione però il provvedimento viene emesso ma è sufficiente che il medico presenti ricorso per sospenderlo. Ad esempio la dottoressa Gabriella Mereu, che assicurava di curare il cancro con la terapia verbale e sconsigliava le cure tradizionali, era stata radiata dall'Ordine di Cagliari nel 2015. In realtà è stata definitivamente radiata soltanto alla fine di luglio di quest'anno ovvero due anni dopo quando il procedimento è stato concluso. È stata la stessa Mereu ad annunciarlo con un post sulla sua pagina Facebook.
La radiazione della Mereu è il segnale della ripresa dei lavori della commissione competente in materia di sanzioni. La valutazione dei procedimenti disciplinari emessi dagli Ordini Provinciali infatti era paralizzata da un paio d'anni. La Commissione centrale esercenti le professioni sanitarie Cceps (alle quale in sostanza spetta l'ultima parola in tema di provvedimenti disciplinari per tutte le professioni sanitarie dai medici ai tecnici) è stata congelata a lungo a causa di una sentenza della Consulta, che aveva dichiarato illegittima la normativa che ne regolava la composizione. L'impasse finalmente è stato superato nel marzo scorso. Una nuova Commissione è stata nominata ed è tornata a riunirsi. Ma ora dovrà smaltire tutto il lavoro arretrato.
I dati definitivi a disposizione sono fermi a qualche anno fa. Ad esempio nel 2011 erano oltre 10.000 i provvedimenti disciplinari emessi dai 106 Ordini provinciali che hanno circa 370.000 iscritti complessivamente. Ma di questi quanti sono approdati ad una sanzione definitiva? Tra il 2012 e il 2016 sono stati in tutto 1.200 i procedimenti disciplinari che hanno dato luogo ad una sanzione. Si tratta di un dato complessivo che include anche le radiazioni ma insieme alle sanzioni più lievi come il semplice ammonimento. Non solo.
Si deve tener conto pure che anche dopo la decisione del Cceps il medico ha sempre la possibilità di rivolgersi alla Corte di Cassazione chiedendo di essere reintegrato nella professione a pieno titolo. Insomma non è inverosimile l'ipotesi di essere visitati o curati da un medico che potrebbe avere un provvedimento disciplinare sospeso sulla testa.
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