Nella villa di Arcore, Silvio Berlusconi firma la lettera di convocazione degli azzurri, parlamentari, eurodeputati, amministratori locali, per la «Grande assemblea nazionale degli eletti» del 30 marzo. Sarà al Palazzo dei Congressi di Roma, «la nostra tanto amata ma oggi così tanto maltrattata capitale». Un appello forte alla mobilitazione per «un nuovo inizio», indispensabile «in una situazione molto preoccupante e confusa, nella quale l'avvenire del nostro Paese è messo in pericolo ogni giorno di più dagli errori e dalle contraddizioni dell'attuale governo ma anche dalla crisi del progetto Europeo». È la battaglia della vita per Forza Italia e per tutti quelli, scrive il leader, che temono per «il nostro futuro, il nostro benessere, la nostra democrazia, la nostra libertà».
Siamo noi, non i gialloverdi al governo, rivendica Berlusconi, «la sola risposta seria alla domanda di cambiamento», perché come nella vittoria del 27 marzo di 25 anni fa, crediamo che «la vera moralità della politica è mantenere le promesse fatte agli elettori». L'appello è per le elezioni europee, in chiave di riforma della Ue, e infatti cita il suo vice e presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani, che aprirà l'assemblea del 30. Ma è anche nell'ottica nazionale, perché per il Cavaliere, che sarà capolista, a maggio «ogni voto dato a Fi sarà anche un voto per l'Italia che avvicinerà la fine della sciagurata stagione di questo governo e il ritorno a una stagione di buon governo per tutti gli italiani».
L'obiettivo è di riportare a Palazzo Chigi il centrodestra, unico capace di salvare l'Italia da chi la sta sfasciando. Il leader azzurro sa che da qui alla fine del mese lo scenario può cambiare. La crisi sulla Tav tra gli alleati di Lega e M5s può portare all'implosione della maggioranza e bisogna prepararsi. Finora Berlusconi ha parlato di un incarico a Salvini, per trovare in parlamento voti per un esecutivo della coalizione, ma si sta convincendo che in primavera si potrebbe andare al voto, anche se l'alleato nell'ultima telefonata di pochi giorni fa ha risposto al suo pressing con il solito tergiversare. Alla Camera sembra si ragioni già su una possibile data del 9 giugno, dicono che Sergio Mattarella eviti di prendere impegni all'estero nei prossimi mesi, perché convinto che se il patto gialloverde non tiene e si vuole trascinare l'accordo senza una vera scelta sulla Tav, sia meglio andare alle urne prima e non dopo l'estate, per aver un governo legittimo quando in autunno servirà una finanziaria lacrime e sangue.
La macchina organizzativa di Fi è in moto e Berlusconi vuole darle il massimo impulso anche sul territorio. La campagna di tesseramento ha finora 100mila iscritti e si è aperta la stagione dei congressi provinciali, il 15 marzo a Frosinone, il week end dopo a Roma, poi a Terni, Ancona, Fano.
Per il voto europeo, il Cav studia simbolo e claim. Fi si è accordata con Svp, Union Valdotaine, Udc, Noi con l'Italia e tratta con il gruppo di Stefano Parisi.
Il Cav fa sentire il suo peso di mediatore in Europa e lavora nel Ppe per evitare l'espulsione dell'ungherese Viktor Orban, convincendolo ad ammorbidire la linea e a non farsi attirare dal gruppo sovranista, come vorrebbe la leader di Fdi, Giorgia Meloni.
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