Cronache

"Esce con l'amante". Uccide l'ex moglie ma lei andava a curarsi

Prima di costituirsi, l'uomo ha sparato anche alla figlia, ora è in gravi condizioni

"Esce con l'amante". Uccide l'ex moglie ma lei andava a curarsi

Era geloso, follemente geloso, nonostante fossero ormai passati quattro anni dal divorzio. E ieri non ha esitato un istante a uccidere l'ex moglie e a tentare di far fuori anche la figlia, che ora lotta tra la vita e la morte.

Il delitto è avvenuto al primo piano di un palazzo di edilizia popolare in via Garibaldi 5, a Volvera, in provincia di Torino. La vittima, Cristina Messina, di 54 anni, usciva spesso perché era seriamente malata e doveva sottoporsi a delle cure ma Nicola Cirillo, 58 anni, non ci aveva mai creduto ed era convinto che lei avesse un altro. Per questo l'ha uccisa senza alcun rimorso.

È un copione che si ripete quello di ieri. Dietro all'ennesimo femminicidio c'è una donna che lottava con la malattia e da tempo aveva allentato la pressione con l'ex coniuge, con il quale inizialmente aveva avuto rapporti tesi, arrivando a costruire un buon rapporto in nome della figlia. Cirillo le andava spesso a trovare e in quel palazzo, dove avevano vissuto insieme fino a quattro anni prima e i residenti lo vedevano entrare e uscire in continuazione.

Così ieri madre e figlia non si sono insospettite quando alle 12.30 lui ha suonato al citofono. L'hanno fatto salire, mentre stavano già pranzando sedute a tavola.

Lui ha iniziato a urlare, convinto che Cristina, dalla quale era divorziato da quattro anni, si vedesse con un altro. All'improvviso ha estratto una vecchia P38 e ha esploso un colpo contro la figlia, forse perché cercava di proteggere la mamma. Poi ha raggiunto la donna in balcone. Dalla strada e dai palazzi di fronte qualcuno ha notato Cristina che urlava e chiedeva aiuto, ma non ha potuto far nulla. «Abbiamo visto quella poveretta che si sbracciava dal primo piano gridando e scongiurando quell'uomo di lasciarla andare ma lui non ha avuto pietà», hanno raccontato più tardi i testimoni ai carabinieri. Ma non c'è stato tempo di strapparla a quel crudele destino. Lui ha mirato alla testa, mentre lei provava a proteggersi. Il proiettile ha trapassato la mano di Cristina e si è conficcato tra il collo e la testa, senza darle scampo.

Rientrato in casa Cirillo ha esploso un altro colpo contro Giusy, per azzittirla per sempre. La ragazza, attinta da due colpi al torace, è stata soccorsa e trasportata poco dopo in gravissime condizioni prima al Cto di Torino, poi alle Molinette, dove è stata intubata e ricoverata in terapia intensiva. Presenta lesioni al polmone destro e un trauma alla colonna vertebrale.

Il padre, pensionato dopo aver lavorato per anni in una ditta di pulizie, dopo il fattaccio è fuggito su una Ford Fusion. «Ho parlato con mio fratello questa mattina (ieri per chi legge, ndr.) - ha raccontato Rosaria ai carabinieri di Pinerolo, che si sono occupati delle indagini - mi era sembrato tranquillo. Nulla faceva pensare che potesse compiere un gesto del genere».

Subito è scattata la caccia all'uomo, condotta anche con un elicottero, che ha perlustrato dall'alto Volvera e tutto il torinese, in cerca del fuggitivo. Nelle strade gli investigatori hanno moltiplicato i posti di blocco. Poco dopo le 14 Cirillo, ormai braccato, si è consegnato nella caserma dei carabinieri di Pinerolo, che lo tenevano ormai in trappola.

Oltre a Giusy l'assassino ha altri tre figli, con altre due donne e anche la vittima aveva altri figli.

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