L'epilogo è degno del disastro che in cinque anni Rosario Crocetta ha realizzato, dagli assessori specchietto per le allodole alla Franco Battiato alla riforma delle Province sbandierata come fatta ma fallita miseramente. E sarebbe un epilogo quasi provvidenziale, se non fosse che serpeggia il sospetto che non sia stato un caso, visto che il Nostro si sarebbe già patteggiato una bel seggio sicuro al Senato, che dopo tante poltrone distribuite agli amici (qualche giorno fa l'assessore numero 50) una adesso tocca a lui. Fatto sta comunque che Crocetta, governatore Pd di Sicilia uscente e non ricandidato, non corre neppure per una poltroncina da deputato regionale. I giudici della corte d'Appello di Messina, infatti, hanno rigettato la lista «Arcipelago Sicilia-Micari presidente» della quale lui era il capolista. Il motivo? Banale. Il ritardo nella presentazione della documentazione in Tribunale.
Una batosta, più per il rettore di Palermo Fabrizio Micari che Leoluca Orlando (ora defilato) e il Pd hanno immolato come vittima sacrificale per la corsa a governatore, che per Crocetta, che una poltrona al Senato ritiene di averla già riservata. E pazienza se questa candidatura di ripiego, «nel collegio di Messina - aveva sottolineato lui stesso - in cui cinque anni fa avevo preso meno voti in assoluto» fallisce per una cialtronata da dilettanti della politica. Per la lista «Micari presidente» invece è un problema eccome: fuori a Messina, fuori anche a Siracusa dove la lista non è stata neppure presentata per mancanza di candidati disponibili, il raggiungimento dello sbarramento del 5% necessario per entrare all'Ars diventa una chimera.
Se su Siracusa Crocetta ha sfoderato il suo teorema del complotto («Indagheremo, chiamerò tutte le dieci persone che ci avevano detto sì per poi sparire. Qualcuno forse temeva la nostra presenza a Siracusa») sulla non ammissione della lista a Messina ha protestato sì, ma con toni soft. «Per un cavillo di forma non si può uccidere la democrazia», ha intitolato la sua nota pubblicata su Facebook, spiegando il perché del ritardo: «Escludere una lista per qualche minuto di confusione, ci sembra veramente un po' troppo», ha chiuso dicendosi fiducioso che il ricorso al Tar, già annunciato dal comitato «Micari presidente», risolverà tutto.
Si vedrà. Ma se pure il ricorso dovesse essere accolto per Crocetta non saranno rose e fiori. I disastri di cinque anni di amministrazione, dalle riforme mancate al profondo rosso di bilancio, sono sotto gli occhi di tutti.
E infatti, basta guardare come è stata accolta la nota su Facebook: ironie sul paladino della legalità che non rispetta le regole, critiche sull'errore da dilettante della politica. Ed esultanza: «Non essendoci voi una cosa è sicura - scrive Rosanna D. - ci saranno meno danni. Già bastano quelli che avete fatto».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.