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Esplodono i Cinque Stelle: ora Giuseppi deve schierarsi

Movimento furente. Ma dopo la sentenza della Corte esultano: "Avevamo ragione, non resta che la revoca"

Esplodono i Cinque Stelle: ora Giuseppi deve schierarsi

«Ecco, ci mancava il caos del Ponte, ma almeno su questo noi del M5s siamo tutti d'accordo». Un problema per il governo, un momento di unità per il Movimento, questa è la sintesi che offre al Giornale un deputato grillino nel primo pomeriggio. E dopo la rissa sul blitz romano di Davide Casaleggio, gli esponenti pentastellati tornano a parlare con una sola voce. Sebbene affievolita dall'incoerenza. La gestione del nuovo Ponte Morandi di Genova ad Autostrade per l'Italia, partecipata dalla famiglia Benetton, ha tutto il sapore di una beffa atroce per i Cinque Stelle. Gli stessi che, a partire dai primi attimi della tragedia, non hanno perso tempo a sparare cannonate contro Aspi, facendone una battaglia politica per la revoca di tutte le concessioni alla società che dura tutt'oggi. Un nuovo tema identitario in un'epoca in cui stanno cadendo a uno a uno gli idoli del grillismo delle origini. Ed ecco la reazione scomposta del M5s. Su impulso del famigerato Staff Comunicazione, ogni parlamentare butta giù il suo post indignato. A partire dal capo politico reggente Vito Crimi. «Il ponte di Genova non deve essere riconsegnato nelle mani dei Benetton», scrive su Twitter.

Si butta nella mischia Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture ai tempi del crollo. Toninelli era stato il primo, il 14 agosto del 2018, a parlare di revoca della concessione ai Benetton e si era pure detto già pronto a firmarla durante il governo gialloverde. E ora si lancia all'attacco: «Salvini e la Lega sul ponte di Genova devono solo tacere. Nel Conte 1 si sono opposti alla revoca quando avrebbero potuto votarla col M5s. Hanno sempre frenato e messo i bastoni fra le ruote». Quindi l'avvertimento al Pd: «Ora il Pd non faccia come Salvini». È un profluvio di indignazione ad orologeria che dura tutta la giornata. Barbara Lezzi, in quota Di Battista, dice: «Il ponte di Genova gestito da Autostrade? No, ministra De Micheli, proprio no». Poi la stoccata al premier Giuseppe Conte: «È inaccettabile questa attesa nel prendere una decisione». Il capogruppo alla Camera Davide Crippa tira in ballo le famiglie dei morti: «Sarebbe uno schiaffo ai parenti delle vittime». Il viceministro allo Sviluppo Economico Stefano Buffagni cita Dante: «I cittadini ci hanno eletto per cambiare e non per avere l'anime triste di coloro che visser sanza 'nfamia e sanza lodo». E anche qui il riferimento ai tentennamenti di Conte che, dicono nel M5s «stavolta sarà costretto a prendere una decisione». Il viceministro delle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri dice di non essere stato avvertito dalla De Micheli: «Solo alle 11 e 50 di oggi mi ha mandato un messaggio». E se la prende con i dem: «La Lega frenava tanto quanto sta frenando il Pd». E poi tutti ad aggrapparsi alla Consulta che è intervenuta sulla ricostruzione del ponte. Di Maio: «Ci ha dato ragione, non era illegittimo estromettere i Benetton dalla ricostruzione, il nostro decreto andava bene». E Cancelleri: «Era legittimo estromettere Aspi, ora via la concessione».

Beppe Grillo, invece, parla sul Blog dei presunti danni all'ambiente e agli animali dovuti alla produzione di olio di cocco. Luigi Di Maio ricorda le vittime: «Alle famiglie delle vittime avevamo promesso due cose, che il ponte non lo avrebbero costruito i Benetton, ma un'azienda di Stato. Infatti lo hanno costruito Fincantieri con Webuild, che i Benetton non avrebbero più gestito le autostrade. Tantomeno il ponte. Entrambe queste promesse ora vanno mantenute».

Ma nel M5s si aspettavano questa decisione: «È chiaro che la revoca si può fare per tutta la rete e non si poteva fare prima solo per il pezzetto del Ponte Morandi».

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