In Italia 100 reclute per la guerra santa

Gli estremisti nostrani hanno fra i 20 e i 35 anni, alcuni studenti o laureati: l'Isis li monitora sul web e poi li contatta

In Italia 100 reclute per la guerra santa

Cresce il numero dei soggetti «attenzionati» dall'intelligence italiana per presunti collegamenti con l'islam jihadista. Un centinaio di nomi, qualcuno in più rispetto all'allerta diramata da Europol nei giorni scorsi. Giovani tra i 20 e i 35 anni, stranieri di seconda generazione che vivono regolarmente in Italia. Tra loro anche alcuni convertiti, spiega al Giornale una fonte dell'intelligence interna. Tutti molto attivi sul web.

A conferma del fatto che il pericolo non riguarda solo i cosiddetti «fighters» rientrati da teatri esteri – tra i 3mila e i 5mila ex combattenti addestrati in Siria e tornati in Europa negli ultimi due anni – le nuove informazioni si riferiscono a persone che si stanno radicalizzando o mostrano interesse per l'Isis o per al Qaida senza mai essere stati in Siria o Iraq. Partendo dai social network. Non solo abitanti delle periferie, alienati o poco inseriti nel tessuto sociale. Ma universitari, ingegneri e studenti di medicina che hanno iniziato a dialogare con il Califfato via internet. In Italia l'intelligence ha rilevato un centinaio di utenti che, dal nostro Paese, accedono ai forum come Ansar al Mujahideen, Shumukh e al Qimmah. I quali, dopo un certo periodo in cui si valuta la fidelizzazione al network del jihad, vengono contattati dai leader che curano la rete del terrore come «social media manager».

La nuova minaccia si associa a quella dei «foreign fighters», arricchita ieri da una nuova inquietante allerta resa pubblica dalla Cnn . Ci sarebbero fino a venti cellule dormienti in Francia, Germania, Belgio e Olanda. L'allarme, rimbalzato dagli Stati Uniti all'Europa da una fonte di intelligence occidentale citata dall'emittente americana, evidenzia la presenza di nuclei terroristici alle quali apparterrebbero tra le 120 e le 180 persone, composte da jihadisti con esperienza in Iraq e Siria che avrebbero ricevuto istruzioni dalla leadership dello Stato islamico. Persone già addestrate, pronte a lanciare attacchi sul suolo europeo per vendicare i raid aerei in Siria e Iraq. Tra i Paesi sotto «particolare minaccia» figurano il Regno Unito, la Francia e il Belgio, ma anche le agenzie antiterrorismo tedesche sono attualmente «in allerta». Dopo le manifestazioni legate al movimento antislamico Pegida, che potrebbero essere obiettivo dei terroristi.

L'allerta sembra confermare la minaccia di Shabazz Suleman, il 19enne jihadista britannico che ha esaltato le stragi terroristiche di Parigi ed è attualmente sul campo con l'Isis: «Ci sono molti fratelli che aspettano solo l'ordine di fare attacchi contro l'Occidente», aveva detto al Times , inviando un messaggio da Raqqa al quotidiano inglese: «Ci sono altre cellule “in sonno” in Europa e in America pronte a colpire». Un pericolo nel cuore dell'Europa.

Diverso da chi, aspirante jihadista, si imbarca su navi di linea che collegano Ancona, Bari, Brindisi alla Grecia, meta di transito degli aspiranti combattenti, per andare in Siria. Persone che sono tornate da tempo (o nuove leve) inserite nel tessuto cittadino pronte a colpire. Il transito via nave resta poi una delle vie più difficili da sorvegliare: in uscita, ma anche in entrata.

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