Etruria, Carrai si difende: "Domandare è lecito..."

Il fedelissimo dell'ex premier assicura: "Renzi non sapeva della mia mail a Ghizzoni". Poi si difende: "Domandare è lecito..."

Etruria, Carrai si difende: "Domandare è lecito..."

"È il mio lavoro... domandare è lecito". All'indomani della bufera scatenata dalle rivelazioni di Federico Ghizzoni, l'imprenditore Marco Carrai prova a difendersi spiegando in una intervista al Corriere della Sera il senso della mail che inviò all'allora amministratore delegato di Unicredit per sollecitare informazioni sul dossier Banca Etruria. "Matteo Renzi - assicura - non sapeva nulla".

Dalla commissione Banche è emerso che Carrai, fedelissimo di Renzi, è colpevole di aver mandato una mail di interessamento su Banca Etruria a Ghizzoni. "È una comica - attacca Matteo Salvini - Marco Carrai, che Renzi voleva mettere a capo della struttura di cybersecurity nazionale, avrebbe mandato a Ghizzoni un'email in cui lo sollecitava a dare una risposta per Banca Etruria! Tutti a casa!". I diretti, però, interessati non fanno passi indietro. A partire dall'imprenditore. Che dalle colonne del Corriere della Sera ha replicato: "Io non sono un politico, non appartengo a nessun partito e non mi cibo di questi banchetti mediatici". "Se in quella banca c'era il padre di Maria Elena Boschi a me non interessava e tuttora interessa niente - ha continuato - io, ora come all'epoca, ero ambasciator privato. Tanto che, infatti, Renzi non sapeva nulla".

Ma chi è veramente Carrai? Consulente dello stesso Ghizzoni, è consigliere di amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, presidente di Aeroporti Toscana e, non da ultimo, un imprenditore. Suo cugino Paolo è stato presidente della Compagnia delle opere in Toscana. Nel 2014, al matrimonio di Marco Carrai con Francesca Campana Comparini, il testimone di nozze fu proprio Renzi, di cui Carrai fu capo della segreteria quando venne eletto nel 2004 Presidente della Provincia di Firenze. Da qui gli attacchi del centrodestra. Attacchi cui il Pd ha replicato dicendo che l'impreditore "non ha nulla a che fare con il Partito democratico".

"Non ho mai detto che fossi consulente di una banca terza, bensì ho parlato di un mio cliente - ha insistito l'imprenditore fiorentino - non mi occupavo di Etruria, ma della Banca Federico del Vecchio, controllata da Etruria. Il mio cliente, che stava lavorando sul dossier della Federico del Vecchio, era interessato a sapere se Unicredit chiudesse o meno su Etruria". Nell'intervista al Corriere della Sera, Carrai ha quindi spiegato che "il suo legittimo interesse era sapere chi fosse il futuro proprietario della banca. Domandare è lecito.

Ghizzoni, che stimo molto, come lui stesso ha detto mi conosce per questo, per essere un consulente privato e non come interlocutore del governo". Carrai, che siede nel cda della Fondazione Open, ha assicurato di non aver mai parlato con Renzi di Banca Etruria. Dalla quale, ha assicurato, non gli sono "mai arrivati finanziamenti".

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