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Etruria, due italiani su tre accusano Palazzo Chigi

Quasi un elettore su due ha seguito la vicenda delle Popolari: per il 60% dietro il fallimento ci sono responsabilità del governo. E per il 50% degli intervistati la Boschi dovrebbe dimettersi

Etruria, due italiani su tre accusano Palazzo Chigi

La vicenda delle banche, come Banca Etruria, Cari Ferrara, Banca Marche e Banca Chieti, che appaiono in difficoltà a mantenere gli impegni assunti con i cittadini che avevano affidato ad esse i loro risparmi, ha colpito molto l'opinione pubblica. Tanto che addirittura il 42% - quasi metà della popolazione - dichiara di averla seguita con particolare attenzione (fonte: sondaggio Eumetra Monterosa su un campione rappresentativo della popolazione italiana). E un altro 51% afferma di averne quantomeno «sentito parlare». Si tratta di percentuali di interesse molto elevate, dato che di solito gli avvenimenti politici ed economici non suscitano il coinvolgimento di gran parte dei cittadini: in questo caso solo il 7% dice di «non averne sentito parlare». Ha influito, certo, la notizia del tragico suicidio di un risparmiatore che ha visto volatilizzarsi la sua liquidazione. E anche il caso di Banca Etruria: in particolare, il fatto che il padre del ministro Maria Elena Boschi abbia ricoperto dei ruoli nell'istituto e che siano state richieste le dimissioni, ieri respinte dalla Camera dei deputati, del ministro stesso. Ma, soprattutto, la tanta attenzione è legata al processo di immedesimazione di molti con i depositanti e gli investitori più o meno truffati dalle banche e alla conseguente insicurezza, da qualche tempo sempre più diffusa tra gli italiani, per i propri risparmi, anche se affidati al proprio istituto di credito di riferimento, per il quale, sin qui, si nutriva fiducia. Non a caso, l'attenzione risulta ancora più accentuata da chi è più preoccupato per i propri risparmi e si trova in una situazione di debolezza, come i pensionati (tra i quali la vicenda è stata seguita dal 47%). Ed è comprensibilmente maggiore tra chi risiede nelle zone del Centro Italia, ove le banche coinvolte sono più presenti. Hanno osservato con maggiore interesse il caso gli elettori del M5S (che ha presentato la mozione di sfiducia al ministro Boschi) e quelli del Pd (cui appartiene il ministro stesso).Ma, al di là dell'attenzione manifestata, il dato forse più significativo è costituito dalla convinzione diffusa che la politica - e il governo, in particolare siano fortemente e direttamente coinvolti nella vicenda delle banche inadempienti e che ne siano in parte responsabili. È quello che hanno sostenuto molti commentatori e osservatori ed è quello che pensa la maggior parte del campione; alla domanda se lo stato di difficoltà degli istituti di credito coinvolti dipenda solo dagli amministratori che li hanno guidati negli ultimi anni o anche dal governo, il 62% (fonte il medesimo sondaggio Eumetra Monterosa) manifesta quest'ultima convinzione. Certo, la risposta dipende anche dal generale sentimento di avversione alla politica che, come si sa, caratterizza gli italiani e dal fatto che l'operato dell'esecutivo come si è rilevato su queste colonne qualche settimana fa riscuota l'approvazione solo di una quota non maggioritaria degli elettori. Ma colpisce il fatto che l'esistenza di una quota di responsabilità da parte dell'esecutivo sia espressa anche da una buona parte degli elettori dei partiti che compongono la maggioranza: lo sostiene, ad esempio, il 43% dei votanti per il Pd (è vero che la maggioranza degli elettori di questo partito è della convinzione opposta: ma si tratta di una prevalenza assai contenuta, il 53%). E, com'era prevedibile, sono molto elevate le percentuali di chi ritiene colpevole anche il governo tra i votanti per i partiti di opposizione, sia pure con una significativa differenziazione di intensità: 62% in Forza Italia, 74% nella Lega e 79% nel M5S, ove questa opinione raggiunge il massimo di diffusione.Nell'insieme, comunque, gli intervistati appaiono, a torto o a ragione, in maggioranza convinti che l'esecutivo abbia delle responsabilità nella vicenda del dissesto delle banche coinvolte. Ma da molti viene anche sollevata anche a causa del tanto spazio che essa ha avuto sui media la questione del possibile conflitto di interessi che investe il ministro Boschi a causa del ruolo ricoperto da sua padre in Banca Etruria. Lo sottolinea il 59% del campione, con una accentuazione nel Sud e, com'è ovvio, tra gli elettori del M5S (tra costoro l'88% è di questo parere).Alla luce di questi dati, non sorprende che sulla richiesta di dimissioni avanzata nei confronti del ministro Boschi, il campione intervistato si spacchi letteralmente a metà: il 50% - specie i più giovani - esprime la convinzione che dovrebbe dimettersi, mentre i restanti si dividono tra chi ritiene che non vi siano i presupposti per un passo del genere (32%) e chi quasi uno su cinque, vale a dire un tasso di indecisione molto alto per sondaggi su temi politici e sociali - preferisce non esprimersi del tutto (18%). La maggioranza degli elettori del Pd (54%) è contraria alle dimissioni, ma anche tra questi ultimi una quota significativa, il 38% si dichiara favorevole; il che testimonia, ancora una volta, le fratture esistenti all'interno di questo partito. Naturalmente, la maggioranza dei votanti per le forze politiche di opposizione - significativamente molto più nel M5S (79%) e nella Lega (68%) che in Forza Italia (anch'essa in parte divisa al suo interno con il 56% di favorevoli e il 31% di contrari) - appoggia la richiesta di un passo indietro del ministro. Insomma, la vicenda delle banche inadempienti ha colpito molto gli italiani, più di quanto forse ci si sarebbe potuto aspettare. E sembra avere toccato in misura non lieve anche il governo, ritenuto da molti corresponsabile.

Tanto che, come si è visto dagli ultimi sondaggi, la popolarità dell'esecutivo ha subito in questi giorni una flessione.

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