«Non ci sarà molto da attendere. I rinvii a giudizio non tarderanno ad arrivare. Dobbiamo dare risposte veloci». Il procuratore capo di Arezzo, Roberto Rossi, è laconico ma fa capire che entro poche settimane scatteranno i primi avvisi di garanzia. Ieri mattina, chiuso nel suo ufficio al terzo piano del tribunale, analizzava gli incartamenti arrivati da Banca d'Italia che riguardano il fallimento di Etruria. Il suo pool di sostituti procuratori che oggi sono stati convocati davanti al Csm per l'irrisolta questione dell'incompatibilità di Rossi sull'inchiesta, seguirà lo schema tracciato dal liquidatore della banca aretina, il professor Giuseppe Santoni, che contattato al telefono preferisce non commentare: «Il mio ruolo mi impedisce di parlare». Il 17 marzo, infatti, l'avvocato romano ha inviato a 37 ex amministratori, dal 2010 al 2015, la richiesta danni record di 300 milioni «salvo ogni miglior calcolo». Un atto dovuto successivo alla dichiarazione di insolvenza della banca. Una batosta che investe i membri degli ultimi tre cda, dei comitati esecutivi, dei collegi sindacali, nonché dei direttori generali e ovviamente dei vice presidenti e presidenti, «responsabili in solido», scrive Santoni che «formula richiesta di ristoro dei danni arrecati alla Bpel, nonché ai creditori sociali, a causa delle condotte illecite e di mala gestio».Quattro pagine dove finalmente si fanno nomi e cognomi di coloro che vengono ritenuti i responsabili dell'ecatombe finanziaria di Etruria. Dentro all'elenco ci sono tutti. L'ultimo ex presidente, il geometra Lorenzo Rosi (indagato per conflitto di interessi insieme al consigliere commercialista Luciano Nataloni che faceva concedere finanziamenti alle sue aziende), i suoi due vice presidenti, Alfredo Berni e Pier Luigi Boschi, il padre del ministro Maria Elena, l'ex direttore generale Luca Bronchi (la cui liquidazione da un milione e 200mila euro è valsa l'iscrizione nel registro degli indagati per 14 consiglieri), il presidente precedente Giuseppe Fornasari (quello che all'assemblea del 4 maggio 2014 manifestava «serenità sulla correttezza del nostro operato») e i suoi due vice Giovanni Inghirami, imprenditore di Sansepolcro nel settore tessile-abbigliamento e Natalino Giorgio Guerrini, ex presidente nazionale di Confartigianato e oggi coordinatore nazionale di Italia Unica di Corrado Passera.In particolare, va giù duro Santoni, i soggetti «risultano aver concorso in modo commissivo e/o omissivo nelle gravi irregolarità di gestione della Bpel relative all'erogazione e successiva gestione di mutui e finanziamenti anche in conflitto di interessi; al depauperamento del patrimonio sociale mediante numerose altre iniziative contrarie alla prudente gestione (conferimenti di incarichi consulenziali, rilevanti premi aziendali non dovuti e ulteriori operazioni non trasparenti); le iniziative di indebito e illecito ostacolo alla vigilanza della Banca d'Italia». Conclude scrivendo che «in mancanza di corresponsione del suddetto risarcimento entro 30 giorni dal ricevimento della presente, la liquidazione si vedrà costretta a intraprendere le necessarie azioni legali, comprese azioni revocatorie». Che tradotto significa che non importa chi metterà quanto, basta che Boschi & Co. entro il 16 aprile versino la cifra richiesta altrimenti si vedranno pignorati i beni personali (case, auto, conti, valori, titoli, proprietà, terreni) fino al raggiungimento della somma, anche se qualcuno avesse provveduto a mettere al sicuro quei beni.
Santoni, infatti, avrà il potere di far annullare dal tribunale eventuali atti di vendita. Per il 18 aprile è attesa un'altra relazione del liquidatore, stavolta sul passivo della banca, che andrà direttamente nelle mani dei pm. Forse una giustizia terrena comincia a venir fuori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.