
Facile dire Fbi. E infatti lo dicono tutti, dopo ogni attentato. Enrico Letta: «Subito un Fbi europeo». Emma Bonino: «Dobbiamo creare un Fbi europeo». Maurizio Lupi: «Serve un Fbi europeo». E ce lo raccomanda pure un osservatore straniero, Dany Yatom, ex capo del Mossad: «Serve un Fbi europea a guida unica, dedicata alla lotta al terrorismo».La soluzione sembra lì, a portata di mano tanto che questo mantra viene ripetuto dopo ogni attentato.
Ma per passare dal dire al fare forse più che una pragmatica come Angela Merkel ci vorrebbe un uomo capace di visione come Helmut Kohl. Si deve all'allora cancelliere tedesco la creazione di Europol, embrione di una futura polizia transfrontaliera. Per Kohl, già nel 1991, dieci anni prima delle Torri Gemelle, era evidente che non si poteva creare uno spazio comune in cui i criminali potevano muoversi senza confini e invece i poliziotti per inseguirli dovevano fermarsi alla dogana. Kohl promosse la creazione di Europol che, nonostante le resistenze, vide la luce in una forma limitata alla lotta allo spaccio di droga già nel 1994, e nella forma attuale di agenzia di coordinamento della lotta al crimine nel 1998. Doveva essere proprio l'embrione di un Fbi europeo, una polizia federale capace di contrastare i crimini senza frontiere, dal terrorismo alle mafie. Diciotto anni dopo a che punto siamo? Alle invocazioni, agli auspici, E a leccarsi le ferite dopo gli attentati scoprendo che il servizio segreto belga sapeva e lo aveva detto a quello francese, ma quello francese non aveva proprio capito, e quello greco aveva dato a quello belga le mappe disegnate dagli attentatori di Bruxelles, ma erano finite in un cassetto. E ogni volta riparte il mantra del mancato coordinamento tra le intelligeence europee, nonostante Europol sia in funzione proprio con quello scopo. Gianni Pittella, vice presidente del Parlamento europeo, naturalmente dà la colpa ai governi precedenti e auspica che «Europol diventi un Fbi europeo».
L'agenzia diretta dal gallese Rob Wainwright ci tiene tanto a evitare il paragone che lo ha scritto sul proprio sito tra le «Faq», le risposte alle domande più frequenti: «Europol è come l'Fbi?». Risposta: «No. Europol non ha poteri esecutivi. è un servizio di supporto alle agenzie che garantiscono l'applicazione della legge negli Stati membri». Ma è proprio il confronto tra le due «polizie federali» a rendere chiaro quanto siamo indietro e quanto gli auspici dei politici europei siano confinati nel libro dei sogni.Basta guardare alla differenza di bilancio e di dotazioni. Europol ha poco meno di mille uomini e un bilancio annuale di circa 90 milioni di dollari. Il Federal Bureau of investigation dispone di oltre 36.000 uomini e 8,1 miliardi di dollari, una proporzione di uno a 90 rispetto al budget europeo. Per non parlare dei mezzi tecnologici. Del resto la mission di Europol ne mostra tutti i lmiti: non ha il potere di arrestare e nemmeno indagare, se non invitato specificamente da un Paese membro. In sostanza al momento si limita a fornire un supporto ai Paesi che ne fanno richiesta, ma più che altro in termini di conoscenza di alcuni tipi di crimini transnazionali.
E soprattutto raccoglie segnalazioni per comporre un database europeo che potrebbe risultare prezioso. Ma gli Statoi comunicano le informazioni col contagocce. Ad esempio a Europol sono arrivate segnalazioni su 2.000 foreign fighter europei. Appena metà di quelli realmente pronti a colpirci.