Questa volta non è il solito caso di guida in stato di ebbrezza, reato contestato a diversi giocatori della Premier League, spesso pizzicati ubriachi al volante dei loro bolidi. Venerdì scorso le manette sono scattate ai polsi del calciatore dell'Everton Gylfi Sigurdsson (poi rilasciato su cauzione), chiamato a rispondere di qualcosa di assolutamente aberrante: pedofilia. La notizia è stata diffusa nella tarda serata di lunedì dal quotidiano The Mirror, e ripresa rapidamente da tutti i network britannici. In un primo momento, essendo intervenuta la Greater Manchester Police, qualcuno aveva azzardato a un coinvolgimento di un atleta del City o della United. Ieri mattina però le cataratte della riservatezza si sono spalancate, ed è spuntato fuori il nome del centrocampista 31enne del club di Liverpool e della nazionale islandese (con la quale ha disputato 78 partite ufficiali). L'Everton in un comunicato ha spiegato di aver sospeso il giocatore per indagini della polizia, e ha annunciato di voler «supportare le autorità nella loro attività investigativa, senza rilasciare ulteriori dichiarazioni in questo momento».
Nato a Reykjavik l'8 settembre del 1989, Sigurdsson ha iniziato a giocare a calcio in una squadra locale, approdando nel Regno Unito nel 2008 dove ha vestito tra le altre le casacche di Swansea e Tottenham, firmando nel 2017 un contratto con l'Everton da 5,2 milioni di sterline a stagione. Due anni fa ha sposato la modella e connazionale Alexandra Ivarsdottir, la donna che oggi lo difende a spada tratta, ma che ha dovuto bloccare tutti i suoi profili social dopo aver ricevuto insulti e minacce di morte al seguito della diffusione della notizia. «Mio marito non è dietro le sbarre. Si chiarirà tutto», si legge in una nota diffusa dall'agente della ragazza.
La notizia dell'arresto di Sigurdsson sta monopolizzando le prime pagine dei giornali islandesi. Il quotidiano Frettabladid ha fatto notare come ieri sia stata rimossa tutta la cartellonistica riguardante la bibita energizzante «State Energy» (prodotta da un'azienda danese di proprietà del calciatore dell'Inter Christian Eriksen e della tennista Caroline Wozniacki), della quale Sigurdsson era volto e testimonial. Senza fare il nome del calciatore, il presidente della Federcalcio islandese Gudni Bergsson ha confermato di aver ricevuto «un'informativa dalla polizia di Manchester, ma per questioni di privacy non è nostra intenzione divulgare il nome dell'atleta coinvolto».
Si attendono a questo punto ulteriori sviluppi nelle indagini, anche se una fonte interna degli investigatori di Northampton Road ha rivelato che durante la perquisizione nell'abitazione del giocatore sarebbe stato sequestrato materiale pedo-pornografico.
Non si tratta purtroppo del primo caso di tale gravità nel calcio britannico.
Nel marzo del 2015 il difensore del Sunderland e della nazionale inglese Adam Johnson venne arrestato con l'accusa di aver avuto un rapporto sessuale con una ragazza minorenne e condannato a sei anni (poi ridotti a tre). Per non parlare del caso di Barry Bennel, lo scout del Manchester City, pedofilo seriale condannato in tre diversi processi nel 2016 per abusi su almeno una ventina di minorenni.
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