Ex Ilva, si dimette il sindaco di Taranto minacciato dagli ecotalebani

Bitetti, "imprigionato" nel Comune dai manifestanti, getta la spugna. Ma potrebbe essere una tattica

Ex Ilva, si dimette il sindaco di Taranto minacciato dagli ecotalebani
00:00 00:00

È bufera a Taranto. Il sindaco Piero Bitetti, esponente del centrosinistra vicino al governatore Emiliano, ha presentato le dimissioni dopo essere stato contestato da cittadini e attivisti all'esterno del Palazzo di Città al termine di un confronto acceso sul futuro dell'ex Ilva. La lettera è stata protocollata dalla funzionaria di turno. Secondo fonti interne al Comune, Bitetti ha motivato la scelta con una condizione di "inagibilità politica", segnalando anche atteggiamenti "minacciosi" subiti da parte di alcuni manifestanti. A suo dire, il clima che si è generato attorno al dibattito sull'ex Ilva ha superato i limiti del confronto democratico.

La miccia si è accesa durante un incontro preliminare al Consiglio comunale monotematico previsto per domani, incentrato sull'Accordo di Programma per la decarbonizzazione dell'impianto siderurgico. L'appuntamento è stato voluto proprio dal primo cittadino per preparare il terreno al tavolo interministeriale convocato per giovedì al Mimit, durante il quale il governo tenterà di chiudere l'accordo interistituzionale per sbloccare la transizione dell'ex Ilva.

Ma già nel corso della riunione, la tensione è salita alle stelle. All'esterno del Municipio si erano radunati cittadini, rappresentanti di comitati e associazioni ambientaliste. Quando Bitetti ha provato a lasciare l'edificio ufficialmente per motivi familiari è stato bloccato all'uscita e preso di mira con cori durissimi. "Assassino, assassino!", hanno gridato alcuni dei presenti. Fonti vicine al sindaco riferiscono che avrebbe ricevuto anche minacce di morte, rimanendo bloccato nel palazzo comunale per oltre due ore prima di decidere di firmare le dimissioni.

Il gesto, tuttavia, potrebbe però avere anche una valenza tattica. La legge prevede che le dimissioni del sindaco diventino efficaci e irrevocabili solo dopo 20 giorni dalla presentazione. Fino ad allora, Bitetti può decidere di ritirarle. Il termine scadrebbe proprio dopo l'incontro al ministero delle Imprese. Un tempismo che alimenta le ipotesi su una possibile strategia per evitare di esporsi durante le fasi più delicate della trattativa. Alla base della scelta, secondo fonti dell'amministrazione, ci sarebbe il senso di isolamento vissuto da Bitetti nel gestire un dossier che spacca la città. Da un lato gli ambientalisti, che chiedono la chiusura definitiva del polo siderurgico; dall'altro, le imprese dell'indotto e parte del mondo sindacale, che vedono nella firma dell'accordo e nella piena attuazione del piano di decarbonizzazione l'unica via per salvare occupazione e investimenti.

Proprio in vista dell'incontro conclusivo, il ministro Urso ha convocato oggi alle 13.00 un aggiornamento tecnico con le associazioni d'impresa e le rappresentanze datoriali dell'indotto. "Si approfondirà lo stato delle imprese dell'indotto, nonché le possibili ricadute del piano di piena decarbonizzazione dello stabilimento", fa sapere il Mimit. L'Accordo di Programma rappresenta l'ultimo tassello necessario per l'avvio effettivo del piano di rilancio e decarbonizzazione.

Dopo il recente rinnovo dell'Aia, firmato dal Ministero dell'Ambiente, manca solo l'intesa tra governo ed enti locali per dare il via libera alla costruzione degli impianti Dri (preridotto) e dei forni elettrici, in sostituzione di parte dell'attuale ciclo integrale a carbone.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica