Exploit a settembre delle imprese tricolori all'estero. Le esportazioni non soltanto hanno rialzato il capo (+2,6%), ma hanno segnato veri e propri record rendendo più vicino l'obiettivo dei 700 miliardi previsto dal governo. Il balzo di quasi il 35% verso gli Stati Uniti è poi uno schiaffo secco alla leader dem Elly Schlein, che sul tema dei dazi - almeno per ora - ha decisamente sbagliato analisi scomodando la storia e parlando più volte di resa e di Caporetto.
"Tutti coloro che profetizzavano il crollo delle nostre esportazioni e una crisi post-dazi, si sono ancora una volta sbagliati. Qualche gufo oggi sarà rimasto male vedendo i dati", ha commentato Alessandro Cattaneo, deputato e responsabile nazionale dei Dipartimenti di Forza Italia. Dati Istat alla mano, l'export è cresciuto del 2,6% a fronte di un import balzato del 4,1%. L'aumento su base mensile dell'export si deve alle maggiori vendite verso l'area extra Ue (+6,4%), mentre l'export verso l'area Ue registra una riduzione dello 0,8%. Più che positivo anche il confronto su base annua con il dato che cresce del 10,5% in termini monetari e del 7,9% in volume.
Parafrasando la posizione del presidente del M5s Giuseppe Conte sui dazi, il tempo è stato galantuomo, ma il fallimento da lui auspicato non c'è stato. La crescita tendenziale dell'export riguarda entrambe le aree, Ue (+10,2%) ed extra Ue (+10,9%).
L'import, dal canto suo, registra un incremento del 9,9% in valore, che coinvolge i mercati extra Ue per un +13,7% e quelli Ue per un +7,2%. In volume, le importazioni sono cresciute dell'11,9%.
"Sono molto soddisfatto perchè si conferma la bontà dell'azione del governo. Abbiamo una strategia per rinforzare l'export dei Paesi extra Ue e i dati ci confermano che attraverso questa strategia siamo riusciti ad ottenere dei buoni risultati", ha commentato il ministro degli Esteri Antonio Tajani spiegando che l'export per il governo è una sorta di asso che rappresenta un po' meno del 40% del Pil: "Abbiamo l'obiettivo di arrivare a 700 miliardi di esportazioni partendo dai 623,5 dell'anno passato", ha rilanciato.
Ma quali sono i settori che hanno fatto la differenza? Nella top five ci sono articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+39,4%), metalli di base e prodotti in metallo escluse macchine e impianti (+19%), mezzi di trasporto esclusi autoveicoli (+29,6%), macchinari (+7,1%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+6,9%). Si riduce su base annua soltanto l'export di articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici (-7,5%) e sostanze e prodotti chimici (-1,5%). Guardando al dato spacchettato, nel terzo trimestre 2025 l'export totale è cresciuto del 2%, mentre l'import è rimasto pressoché stazionario (+0,1%). Nei primi nove mesi 2025, ha invece registrato una crescita del 3,5%.
Va inoltre sottolineato che "la dinamica congiunturale dell'export è in parte influenzata da vendite ad elevato impatto di mezzi di navigazione marittima, al netto delle quali si stima un aumento congiunturale meno ampio (dal 2,6% allo 0,7%)", commenta l'Istat.
Volendo disegnare una sorta di mappa dell'export positivo, oltre agli Stati Uniti che balzano del 34,7% recuperando e superando il tonfo di agosto, gli incrementi maggiori su base annua sono stati quelli registrati verso Francia (+19,5%), Polonia (+15%), Spagna (+14,7%), Svizzera (+10,4%), Germania (+4,2%). I paesi Opec segnano un balzo del 24,2%. Soltanto Turchia (-32,8%), paesi Mercosur (-3,1%) e Belgio (-0,6%) hanno fornito contributi negativi.
In generale, i dati Istat diffusi ieri si riveleranno un ottimo biglietto da visita in vista del rafforzamento del ruolo italiano nello scenario internazionale. A tale scopo, il 22 novembre a Torino si svolgeranno gli Stati Generali dedicati al commercio internazionale, un appuntamento con rappresentanze e operatori dei settori economici che fanno export.