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Fa entrare Giarrusso e cancella il Jobs Act: Bonaccini grillizza il Pd

Gelo democratico per l'ingresso a sorpresa Lui si difende: "Voglio rendervi più attraenti"

Fa entrare Giarrusso e cancella il Jobs Act: Bonaccini grillizza il Pd

L'annuncio arriva a sorpresa, da Milano, alla convention programmatica della mozione di Stefano Bonaccini «Energia Popolare». Ma la svolta di Dino Giarrusso era maturata già da tempo. Insomma, Bonaccini aveva pronto il colpo in canna per tentare di disinnescare la movimentista Elly Schlein con un ex grillino di lusso. Una mossa che rimescola le carte, fa insorgere i riformisti e attira sul governatore le accuse del Terzo Polo. «Annuncio oggi ufficialmente il mio ingresso nel Pd», esordisce Giarrusso. «Con grande gioia e orgoglio - aggiunge - entro in punta di piedi in una casa che esiste da tempo, con rispetto per chi l'ha costruita e con umiltà. Passo al Pd». Poi le parole al miele per Bonaccini, candidato favorito per la vittoria al congresso dem: «È un ottimo amministratore». L'ex megafono anti-casta si rivolge al M5s: «Non facciamo una battaglia a chi ha un punto in più o in meno». E ancora: «È un peccato che in Lazio si vada separati». Sempre a Milano, al lancio della mozione di Gianni Cuperlo, il candidato presidente della Lombardia Pierfrancesco Majorino parla di «impazzimento del gruppo dirigente nazionale» per la decisione di fissare le primarie dem a ridosso delle elezioni regionali. In serata Giarrusso - dopo le proteste di diversi esponenti dem - si giustifica: «Capisco la rabbia, ma sono di sinistra e voglio renderla attraente, sarò disciplinato e ho anche prodotto un cortometraggio su Enrico Berlinguer».

L'ex grillino si erge a coscienza critica della sinistra, ma raccoglie applausi timidi e qualche fischio: «Questa è la casa di una tradizione in cui c'è Berlinguer». Quindi cita il Giorgio Gaber del «pensare di poter essere liberi e felici solo se lo sono anche gli altri» e se la prende con Vittorio Feltri, autore di un tweet provocatorio su Matteo Messina Denaro: «Gli italiani sono mortificati da una destra che candida chi si chiede se davvero Messina Denaro fosse un assassino». Giarrusso rischia di spaccare il fronte che appoggia Bonaccini. Molti esponenti di primo piano della mozione del governatore dell'Emilia Romagna cadono dalle nuvole e giurano - a taccuini chiusi - che non sapevano affatto che l'eurodeputato ex M5s si sarebbe presentato sul palco per un annuncio così dirompente. «Bonaccini forse ha sottovalutato la cosa», dice un parlamentare presente alla convention. Lo staff del governatore fa fatica a nascondere l'imbarazzo: «C'è stato un disguido tecnico-organizzativo, mettiamola così». Dario Nardella, presidente del comitato Bonaccini, ci mette la faccia: «Se ci sono persone che vogliono salire sul carro del vincitore, dopo che ci hanno attaccato per anni, noi apriamo le porte ma sia chiaro che manteniamo le nostre idee». «Giarrusso chieda scusa per tutte le offese che ci ha fatto negli anni e poi ne riparliamo», spiega al Giornale Alessandro Alfieri, vicecapogruppo del Pd al Senato, pezzo grosso di Base Riformista. Anche Nardella e Piero Fassino vogliono le scuse. Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, bacchetta Bonaccini: «So che sei inclusivo, ma c'è un limite». Dal fronte pro-Schlein commenta il vicesegretario uscente Peppe Provenzano: «Il governatore è stato mal consigliato».

Matteo Renzi ne approfitta e attacca «l'amico» Bonaccini, che «oggi ha spiegato la sua idea di Pd: cancellare il Jobs Act per accogliere la Iena ex grillina che insultava i dem su Tav, immigrazione, onestà, finalmente smetteranno di dire che Bonaccini è renziano, sono felice per lui».

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