Un attimo prima della tragedia, lei aveva messo una foto su Instagram. Era l'immagine della felicità, della serenità familiare: lei, il marito e i suoi due bambini di 6 e 8 anni. Due piccoli che in quell'istante maledetto hanno perso padre e madre. Orfani per «colpa di un selfie», anche se la famiglia delle vittime smentisce questa ricostruzione: «È stata solo una drammatica fatalità». Ma selfie o non selfie, cambia poco. L'orrore per i due bambini è doppio. La mamma che inciampa e finisce nel fiume, poi il tuffo disperato del papà che cerca di salvare la moglie, ma sparisce pure lui nel gorgo. Speriamo che i bimbi riescano a cancellare la scena; che almeno loro si salvino dalla crudeltà di un ricordo angoscioso. Riassumibile nella parola incubo. Silvia D'Ercole e Giuseppe Pirocchi, entrambi 32enni. Una coppia (infermiera lei, impiegato lui) che aveva tutto, perché si amava. Nel paese - Scheni (Chieti) - dove i due risiedevano, erano ben voluti da tutti. Giudizio unanime: «Gran lavoratori e brave persone». I loro corpi sono stati recuperati due sere fa a un chilometro dal punto dove erano caduti in acqua. Doveva essere un primo Maggio di gioia. È finita come è finita. Di buon mattino la famiglia Pirocchi era arrivata a Caramanico Terme, in località San Tommaso, tra i «canyon» scavati dal fiume Orta. Per la scampagnata della Festa dei Lavoratori c'erano bibite e panini a volontà. Ma soprattutto c'era tanta voglia di divertirsi. Con cose semplici. Come una bella fotografia. Un clic per bloccare un sorriso, per fermare un paesaggio aspro, punteggiato da rocce a strapiombi. Silvia indietreggia, non si accorge del precipizio. Il vuoto la ingoia e i mulinelli si chiudono su di lei. Giuseppe si tuffa in soccorso della donna. Invano. Anzi, annega pure lui. Due corpi trascinati via dalla corrente e recuperati dai soccorritori ormai cadaveri. Carabinieri e forestali hanno interrogato chi era presente al momento della sciagura nella Valle dei Luchi, territorio che le guide turistiche descrivono come «un'area caratterizzata da gole e rapide dove le pietre in alcuni tratti possono essere molto scivolose». E poi: «Il Parco nazionale della Majella è tra i più ricchi di biodiversità, sia per la sua conformazione geologica sia per l'altitudine che oscilla tra i 140 e 500 metri. Il canyon si è formato grazie all'erosione dovuta all'attività del fiume Orta aiutato anche dal forte e improvviso innalzamento della Majella che ha provocato un aumento della pressione fluviale». «La nostra rete sentieristica ospita migliaia di visitatori all'anno - aggiunge il sindaco di Caramanico Terme -. I sentieri sono assolutamente ben segnalati e ben tenuti.
È una parte molto bella che attrae molti visitatori proprio per le rapide, chiamate marmitte, che sono lontane dal sentiero. Quando si va al di fuori dei sentieri i rischi aumentano». Fino al punto di annientare una famiglia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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