Il fallimento triplo di Macron

Il fallimento triplo di Macron

Persino nel Medioevo, quando la violenza era diffusa e quotidiana, l'uccisione di un sacerdote era considerata per quel che era, un sacrilegio. Oggi, nella Francia post cristiana di Macron, pare diventato un fatto di cronaca, tanto è frequente. Come ancora più frequenti sono gli incendi delle chiese. E infatti l'assassino reo confesso di padre Olivier Maire è lo stesso piromane della cattedrale di Nantes, lo scorso anno. Ora i cantori delle magnifiche sorti e progressive tenderanno a minimizzare, ma l'omicidio del missionario segna simbolicamente una triplice disfatta per la Francia. Per il suo sistema giudiziario, per la sua classe politica, per la sua civiltà. Per la magistratura, perché l'assassino, un rifugiato del Ruanda, era a piede libero, benché sotto «controllo giudiziario» (un bel controllo, non c'è che dire). Ci saranno state solide motivazioni giuridico-umanitarie ma l'uomo della strada, l'elettore, scorge un Macron intransigente sul green pass minacciando sanzioni pesantissime, ma poi vede un criminale a piede libero (poco importa la sua nazionalità) commettere un reato gravissimo. Il secondo fallimento è quello della classe politica: non solo la sinistra, anche la destra di Sarkozy, anche se ormai non è al potere da moltissimi anni. Per anni hanno lasciato che la società francese si degradasse, facendo spallucce all'immigrazione clandestina, all'islamismo, alla diffusione delle criminalità comune (da parte di immigrati ma anche di francesi). Poi con Macron questa Francia tecnocratica ed elitaria pensava di mettere ordine al Paese con il solito riformismo dall'alto: ma le riforme del mandato di Macron sono scarsissima roba, in compenso è il presidente che ha maggiormente fatto scendere in piazza i francesi, dai gilet gialli fino al movimento no green pass, che in nessun Paese ha preso tanta ampiezza. Quando poi alcuni generali in pensione, quindi in teoria liberi di dire quello che volevano, hanno messo in guardia su una Francia sull'orlo della guerra civile, la ministra della Difesa ha minacciato di privarli della pensione. Per conoscere il Paese reale non bastano le dirette da Tik Tok in t-shirt, ultima trovata di Macron.

È infine un fallimento di civiltà: quando in un Paese che è stato una delle culle della cristianità e della civiltà occidentale si lasciano vandalizzare e bruciare le chiese e si ignorano le grida di allarme dei fedeli, trattati come una minoranza «oscurantista», il minimo che possa accadere sono gli omicidi negli spazi sacri.

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