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Falsa partenza

Alla vigilia delle riaperture Speranza blocca gli impianti sciistici fino al 5 marzo. Scoppia l'ira dei governatori

Falsa partenza

Partiamo da un presupposto: non si può cambiare il Paese in un giorno. Lo sappiamo benissimo, ma un segnale lo si può mandare. E quello che è arrivato ieri sera, ventiquattro ore dopo l'insediamento a Palazzo Chigi di Mario Draghi, non è un bel messaggio. Non è un segnale di discontinuità. Il riconfermato ministro della Salute Roberto Speranza, alla vigilia della riapertura degli impianti sciistici, ha deciso di prolungarne la chiusura fino al 5 marzo. Il motivo è, ovviamente, sanitario: la diffusione delle nuove varianti del Covid19. Ma il problema è politico ed economico. Non mettiamo in discussione i pareri degli scienziati, ma non si può bloccare un settore dopo averlo illuso di ripartire. Il Paese non ne può più dei contrordini della sera prima. Il cambio di passo che auspichiamo da questo governo va proprio nella direzione opposta: dare una prospettiva al Paese per poter uscire dalle sabbie mobili dell'incertezza. Incertezza che, per chi è dietro il bancone di un bar o gestisce un albergo, può trasformarsi nella certezza di dover chiudere la baracca. Non fino al 5 marzo, ma per sempre.

Non si tratta di difendere un passatempo da ricchi: la montagna muove un indotto di 10 miliardi l'anno, quasi un punto di pil. Ed è l'ennesima categoria - dopo i ristoratori, i negozianti, le palestre e i professionisti, solo per citarne alcune - che rischia di cadere per colpa delle indecisioni di un governo che mette dei paletti per poi spostarli. Che fa una promessa e poi - con grande disinvoltura - se la rimangia. E c'è poco da stupirsi della rabbia dei governatori del Nord, forse sarebbe stato meglio ascoltarli.

E questo è un problema al quale la neo ministra per gli Affari Regionali, Mariastella Gelmini, dovrà necessariamente mettere mano. Recuperare il dialogo con il territorio e i suoi governatori, per ascoltare le istanze del mondo del lavoro. Perchè al proprietario del rifugio in montagna, che si era messo in moto per ripartire e che ha scoperto al telegiornale delle 20 che il giorno dopo non può aprire i battenti, non bastano le briciole dei ristori.
Serve il lavoro e la certezza che il governo si comporti da alleato in questa battaglia. Senza ordire imboscate dell'ultimo momento.

Perché solo uno Stato che rispetta i cittadini e non li prende per i fondelli può pretendere di essere rispettato.

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