"Falsificati due verbali". Città nel limbo

Sala si è autosospeso ma l'istituto non è previsto. Sì del Pg: sarà ascoltato

"Falsificati due verbali". Città nel limbo

Milano Ieri Milano si è svegliata con un sindaco in carica indagato e autosospeso. Un fulmine a ciel sereno. Lungo la giornata la vicenda giudiziaria di Giuseppe Sala e quella politica si sono snodate e intrecciate. La notizia dell'iscrizione di Sala nel registro degli indagati è arrivata giovedì sera. Il fascicolo è quello sull'appalto della Piastra di Expo, il più importante, avocato alla Procura della Repubblica dalla Procura generale il 10 novembre scorso. Proprio nella richiesta di proroga di sei mesi delle indagini, datata 6 dicembre, il pg Felice Isnardi dà conto dell'aggiunta di due nuovi indagati, oltre ai cinque del vecchio fascicolo. Si tratta appunto di Sala e dell'imprenditore Paolo Pizzarotti. Il primo cittadino milanese risponde delle accuse di falso materiale e falso ideologico per un episodio del 30 maggio 2012, quando era ad di Expo 2015. L'ipotesi è che abbia falsificato, retrodatandoli, due verbali relativi alla sostituzione di due componenti della commissione giudicatrice della gara per l'appalto Piastra dei servizi. Le carte, scriveva la Guardia di finanza di Milano in un'informativa del 31 maggio 2013, riporterebbero «circostanze non rispondenti alla realtà». Lo scopo: «Evitare di dover annullare la procedura fin lì svolta». Finora Sala non è mai stato interrogato né ha ricevuto un avviso di garanzia. Nei prossimi giorni però potrebbe essere lo stesso sindaco, tramite il difensore Salvatore Scuto, a chiedere di venire sentito dal pg Isnardi. Da parte del quale, a quanto risulta, c'è la massima disponibilità al colloquio.

Nel frattempo Palazzo Marino è nel limbo. Le indagini sulla carta dureranno fino al 10 giugno 2017. Subito dopo la pubblicazione della notizia Sala ha deciso di autosospendersi. Ieri mattina dopo la riunione di giunta lo ha formalmente comunicato al prefetto Alessandro Marangoni. Mentre la prossima settimana riferirà in Consiglio comunale. In una lettera alle istituzioni cittadine parla di «assenza motivata dalla personale necessità di conoscere, anzitutto, le vicende e i fatti contestati» e di «ostacolo temporaneo a svolgere le funzioni». A sostituirlo sarà il vicesindaco Anna Scavuzzo (Pd). La mossa però sembra giuridicamente inaccettabile.

L'autosospensione infatti non è prevista da alcuna legge. È contemplata solo una sorta di «supplenza». Le norme prescrivono che «il vicesindaco coadiuva il sindaco e lo sostituisce in caso di assenza e impedimento temporaneo». Un limbo burocratico appunto.

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