Coronavirus

In famiglia, al lavoro oppure sui social. Sui vaccini ci si schiera: in virus veritas

Dalla Aniston alla Gerini, passando per Cruciani e Parenzo: favorevoli e contrari all'iniezione si scontrano in ogni ambito

In famiglia, al lavoro oppure sui social. Sui vaccini ci si schiera: in virus veritas

Ai figli abbiamo perdonato gli esami a settembre, la «canna» che gli abbiamo trovato nella tasca dei jeans messi sbadatamente a lavare, e perfino quella volta che, davanti agli ospiti, ci hanno risposto con un linguaggio degno di un camallo. Con la nostra migliore amica è da anni che soprassediamo sulle sue idee politiche, che evitiamo di rinfacciarle il fidanzato imbecille, che fingiamo di scordarci quando si è presentata a quella festa con il vestito copiato dal nostro: identico.

E nella chat dei genitori della scuola, o del calcio, siamo sempre riusciti a mantenere un certo aplomb «mordendoci la tastiera» e contando fino a dieci prima di (non) scrivere quella risposta che avrebbe scatenato l'inferno. Evitando di fabbricare piccoli diverbi, di varare l'imbarcazione di una litigata nel mare placido del rapporto formale. Solo dichiarazioni neutre senza sbavature polemiche, e nulla che tradisse orientamenti particolari su abitudini, voto, squadra del cuore, giornali preferiti. Zen e delicati. Un po' come con i vicini di casa, il negoziante all'angolo, il proprietario del nostro ristorante d'elezione. Conversazioni opportunamente marginali.

La convivenza, stretta o larga che sia, sporadica o assidua che sia, fisica o filtrata che sia, è un equilibrio complicatissimo. E ci si adegua. Ma adesso è arrivato il grande tema. Quello che nessuno tiene per sé e che fa esondare gli argini di qualsiasi prudenza. Quello che ha interrotto qualsiasi neutralità, trasformandoci in militanti espliciti da automi in ricarica quali eravamo: il vaccino. No Vax, Sì Vax. Il vero spartiacque, è il modo in cui abbiamo deciso di fronteggiare il Covid 19. Il modo in cui abbiamo scelto di provare a cavarcela da quando la realtà ci ha presi in antipatia. E non c'entra essere consanguinei, coscritti, dello stesso censo, coniugi colleghi o amici da sempre: in guerra, ognuno fa per sé. E se non è guerra questa Volete esempi illustri? Jennifer Aniston, l'attrice senza più Friends perché «alcuni di loro hanno deciso di non vaccinarsi e io non li frequento più. È gente che non prende coscienza della situazione»; Claudia Gerini che, al contrario di sua figlia diciassettenne, non ha ancora avuto il coraggio di farsi vaccinare; l'inarrivabile binomio de La Zanzara, Giuseppe Cruciani e David Parenzo, rispettivamente: non vaccinato, vaccinato E poi i politici, gli attori, i musicisti, gli influencer. Di qua gli «immunizzati» inebriati e spavaldi, di là i «non protetti», scettici e e altrettanto convinti del fatto loro. Da quando il nostro destino è entrato in incubazione, abbiamo diviso il mondo in due. Un taglio netto, che è l'unica cosa di cui nessuno sembra aver paura. Sul vaccino si prende posizione e ci si espone. Ci si schiera, si argomenta, si difende la propria posizione e si entra in conflitto. Per schierarsi contro o a favore del vaccino, si è disposti a uscire dal pantano tiepido della diplomazia. E nulla è più efferato della sincerità. Ciò che con ragionevolezza, senso di responsabilità e tolleranza si è tenuto faticosamente assieme finora, si schianta contro l'urgenza di prendere una posizione: No Vax, Sì Vax. Il tema scatena una golosità cannibalesca e per il tema si è disposti a travalicare i confini dell'educazione. Genitori contro figli, mariti contro mogli, giovani contro anziani, prof contro alunni La dose della discordia ci ha resi combattivi e faziosi, pronti a gettarci sul ring come galli da combattimento. Fine dei faticosi compromessi civili.

In virus veritas.

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