E Matteo Salvini rischia di spiaggiarsi al Lido. La politica si fa a Roma, e nelle piazze, ma l'opposizione in questi giorni si fa in Laguna. Pronti, via. Inizia il festival del cinema di Venezia un'eccellente mostra d'arte e una straordinaria vetrina politica - e già lo spettro di Salvini, personaggio a sua modo da film, viene subito evocato dal mondo dello spettacolo. Che assieme a quello intellettuale ormai è l'unico che fa una seria (?) opposizione al governo. E così appena sceso dal motoscafo, l'altro ieri pomeriggio, la madrina del festival, che quest'anno in ennesimo spregio alle quote rosa è un padrino, l'attore Michele Riondino come prima dichiarazione ha scelto la via mediaticamente più appagante: «Sono contento di non incontrare il ministro Salvini né altri rappresentanti del cosiddetto governo del cambiamento. Salvini non mi rappresenta e non rappresenta la maggioranza di quelli che hanno votato 5 stelle». Scatenando la consueta affettuosità del leader leghista. Il quale ieri a stretto giro di Twitter ha risposto: «Tal Michele Riondino si dichiara contento di non incontrare Salvini. Invece lo incontrerei volentieri, sono curioso e testardo, nella speranza di riportarlo su retta via», postando una foto dell'attore accanto a Asia Argento Quando si dice andarsele a cercare, le amiche.
Intanto ieri il fantasma di Salvini al Lido s'è improvvisamente materializzato, in carne e iPhone. E più che negli abiti istituzionali di viceministro, in quelli più familiari di fidanzato. Stasera la sua compagna, Elisa Isoardi, riceverà qui a Venezia il premio «Diva e Donna». Ma già ieri la fidanzata del ministro ha incantato tutti sul red carpet, sfilando con un abito verde semi trasparente. E appena finita la passerella ecco il blitz al Lido del vicepremier. Camicia bianca e codazzo istituzionale, ha incontrato la Isoardi alla terrazza della Biennale. Un bacio, foto di rito - e anche il tempo di beccarsi qualche applauso e bravo Matteo dai festivalieri incuriositi - e poi a cena. Del resto il ministro già di suo era in Laguna (ieri a Palazzo Balbi di Venezia, sede della Regione, per dargli il benvenuto un centinaio di ragazzi veneti raggruppati in diverse sigle sindacali ha inscenato una protesta contro la reintroduzione della leva obbligatoria proposta da Salvini rasandosi a zero al grido: «Leva obbligatoria? No signore») perché allora non unire vita privata e passerella politica?
Tappeto rosso e abito blu, qui Salvini ha l'occasione di ri-rispondere al padrino Michele Riondino. E magari anche alla sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, la quale, mentre ieri veniva presentato qui al festival il film «Sulla mia pelle» che racconta la morte di suo fratello, Stefano, ha dedicato l'evento al vicepremier: «Questo film è molto attuale, assistiamo proprio in questi giorni a chiari esempi di non voler vedere persone in quanto esseri umani. Questo film lo voglio dedicare a Salvini e a tutti coloro che si auguravano e continuano ad augurarsi che di questa storia non se ne parli più». Se ne parlerà ancora, invece, garantito.
A tenere alto il discorso politico al Lido, infatti, ci ha pensato anche Vanessa Redgrave, l'attrice britannica premio Oscar che ha ricevuto ieri sera, durante la cerimonia di apertura della Mostra, il Leone d'Oro alla carriera e che ha dedicato la sua opera prima da regista, il documentario Sea Sorrow, alla questione migranti. Tema che, come è noto, sta particolarmente a cuore a Matteo Salvini. «Mi verrebbe da bestemmiare su quanto non si fa sui rifugiati. I nostri governi hanno perso il senso della realtà e l'umanità», ha detto la Redgrave.
Pensa che bel festival se l'arrabbiatissima Vanessa si incontrasse
chessò, sulla terrazza dell'Excelsior, in abito lungo, sorseggiando un multiculturalissimo Bollinger Vieilles Vignes Françaises con il sempre conciliante Matteo Salvini. Il quale, peraltro, preferisce da sempre la birra.
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