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Farsa sul reddito da rivedere: così Conte 2 contesta Conte 1

Dopo Quota 100 e decreti Sicurezza, il premier smonta un altro suo atto: cambia la misura-bandiera M5s

Farsa sul reddito da rivedere: così Conte 2 contesta Conte 1

Il capo del governo in carica che critica l'operato del capo del governo precedente non è una novità. Ma la scena offerta da Palazzo Chigi dopo il voto è inedita: Giuseppe Conte II pare intenzionato a smontare pezzo per pezzo il lavoro di Giuseppe Conte I.

L'ultimo attacco è partito contro il reddito di cittadinanza con una frase riportata dal Corriere della Sera. «Il reddito di cittadinanza in questo modo rischia di essere una misura assistenziale senza progettualità». Il premier si è espresso così al termine di una serie di riunioni con i responsabili: il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, il ministro dell'Innovazione Paola Pisano e il capo dell'Anpal Mimmo Parisi. La ricostruzione delle riunioni appare chiaramente ispirata da Palazzo Chigi (evoca un Conte «perentorio» e «decisionista») e svela l'intenzione del premier di correggere la rotta del reddito di cittadinanza avendo scoperto ciò che molti osservatori, incluso il Giornale, contestano da mesi: la parte del meccanismo «abolisci-povertà» che dovrebbe far incontrare domanda e offerta di lavoro non esiste. I navigator non sono mai arrivati alla fase del coinvolgimento delle aziende, l'app miracolosa che il professor Parisi doveva portare dal Mississippi non si è mai vista, gran parte degli stanziamenti destinati a rivoluzionare i centri per l'impiego non sono mai stati spesi.

Un flop costato miliardi di cui Giuseppe Conte pare essersi accorto all'improvviso, dopo aver difeso la misura in ogni sede, tanto da convalidare l'assurdo slogan sulla «abolizione della povertà» che Luigi Di Maio aveva scagliato dal balcone di Palazzo Chigi. L'ex «avvocato del popolo» aveva perfino citato i dati distorti sul «60% di poveri in meno» diffusi dall'Inps di Pasquale Tridico, da mesi ridotto ad agenzia di propaganda dei 5 stelle.

La conversione di Conte ha tutta l'aria di essere una manovra di facciata, più una mossa di riequilibrio interno alla maggioranza che una concreta revisione della misura, visto che la ricetta del premier, un'app con una banca dati su domanda e offerta di lavoro e una stretta su chi rifiuta le proposte di impiego, non è altro che la riproposizione di misure già previste dalla norma ma mai attuate perché velleitarie.

Resta il dato politico. Il Pd è certamente favorevole a rivedere il reddito di cittadinanza, ma la segreteria Zingaretti non aveva mai affondato il colpo e, come conferma su Twitter Andrea Orlando, all'indomani delle elezioni «il Pd aveva chiesto altro». La critica inedita al reddito di cittadinanza però fa gongolare Italia viva: «La conversione? - dice Luigi Marattin, responsabile economico del partito di Renzi - meglio tardi che mai, come per Quota 100 e, prossimamente, per il Mes».

In effetti il dietrofront del Conte bis rispetto al primo Conte ormai pare andare ben oltre il reddito di cittadinanza. Il governo aveva appena fatto trapelare l'intenzione di non rinnovare Quota 100, il provvedimento sulle pensioni ispirato dalla Lega ma che Conte non aveva mai rinnegato. E così pure per i decreti Sicurezza, di cui è annunciata l'imminente revisione.

Eppure Conte diceva del reddito di cittadinanza: «La più significativa, decisa e coraggiosa riforma politica attiva del lavoro varata negli ultimi anni». Di Quota 100: «Con questo provvedimento per ogni uscita ci saranno 2-3 assunti».

Sui porti chiusi: «Mi assumo la piena responsabilità». Quasi uno stato di dissociazione: davvero è lo stesso Conte che ora annuncia correzione del reddito, via Quota 100 e decreti Sicurezza, perché «con lo slogan porti chiusi, porti aperti non si va da nessuna parte»?

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